Da anni Salaam "parla" di Territori Palestinesi Occupati e di Popolo Palestinese ma, in questi giorni, abbiamo preferito tacere. Di fronte a tanto dolore abbiamo creduto necessario fare silenzio, anche se ciò non significa non vedere, non partecipare, non stare dalla parte degli ultimi, di chi vede negati diritti umani fondamentali da quasi 80 anni, di chi non ha futuro.
Proponiamo ora alcuni spunti di riflessione:
POETA STRANIERO IN TERRA PROPRIA – Mahmoud Darwish
PROFUGO
Hanno incatenato la sua bocca
e legato le sue mani alla pietra dei morti.
Hanno detto: “Assassino!”,
gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere
e lo hanno gettato nella cella dei morti.
Hanno detto: “Ladro!”,
lo hanno rifiutato in tutti i porti,
hanno portato via il suo piccolo amore,
poi hanno detto: “Profugo!”.
Tu che hai piedi e mani insanguinati,
la notte è effimera,
né gli anelli delle catene sono indistruttibili,
perché i chicchi della mia spiga che va seccando
riempiranno la valle di grano.