22 febbraio 2024

Quante migliaia di morti civili servono per ritrovare la coscienza?



Come siamo arrivati al punto che chiedere pubblicamente la fine di un massacro e la protezione di tutti i
civili sia un messaggio fazioso? Come hanno fatto oltre 28.000 vittime di guerra a scomparire dalla coscienza pubblica e politica?

Negli ultimi quattro mesi, sotto le macerie degli attacchi indiscriminati è stato seppellito anche il principio di umanità. Il vocabolario della guerra ha ingorgato i discorsi pubblici, schiacciati sullo schieramento da una parte o dall’altra.

La differenza tra chi uccide ferocemente e prende ostaggi, tra chi colpisce indistintamente obiettivi civili e militari e chi muore nelle proprie case o cercando riparo è diventata irrilevante, sotto i colpi di disumane punizioni collettive inflitte alla popolazione civile.

11 febbraio 2024

Misurata ma infamante: la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sul possibile genocidio di Israele.

 

Una nube di fumo si gonfia sopra Gaza dopo un attacco aereo israeliano accompagnato anche da razzi luminosi. 22 novembre 2023. (Foto di John Macdougall/AFP via Getty Images)

Feb 10, 2024 | Notizie        di Michael Lynk,   DAWN MENA, 7 febbraio 2024. 

Genocidio è una parola terribile. Fu coniata nel 1944 da Raphael Lemkin, un avvocato ebreo polacco che perse gran parte della sua famiglia nell’Olocausto, e deriva da genos (greco per razza o tribù) con cide (latino per uccisione) per descrivere quello che è diventato noto come il “crimine dei crimini”. L’insistente pressione di Lemkin per l’inclusione del genocidio come crimine nel diritto internazionale fu riconosciuta per la prima volta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1946, quando votò all’unanimità l’accettazione della Risoluzione 96 che dichiarava: “il genocidio è la negazione del diritto all’esistenza di interi gruppi umani”. La risoluzione aggiungeva che “tale negazione del diritto all’esistenza scuote la coscienza del genere umano, comporta grandi perdite per l’umanità in termini di contributi culturali e di altro tipo rappresentati da questi gruppi umani, ed è contraria alla legge morale e allo spirito e agli obiettivi delle Nazioni Unite”.

Iniziativa #Call4Peace: Lettera aperta all'Unione Europea, attraverso la Presidenza belga del Consiglio dell'UE, "Pace per Israele e Palestina fondata sul diritto internazionale".

 


100 firmatari, ex ministri, diplomatici di alto livello, importanti studiosi, leader umanitari, scrittori, artisti, leader spirituali e premi Nobel per la pace, rivolgono un appello urgente all'Unione Europea, attraverso la Presidenza belga del Consiglio dell'UE, affinché intervenga per contribuire a portare la pace in Palestina e Israele. I firmatari deplorano la mancanza di leadership da parte dell'Europa e sono sconcertati dalla debolezza delle reazioni della comunità internazionale di fronte all'estrema violenza a Gaza e in Israele. 

01 febbraio 2024

New York Times: “Desaparecidos i prigionieri d’Israele a Gaza e Cisgiordania”

 


Il quotidiano americano lancia pesanti accuse alle autorità di Tel Aviv fin dal titolo dell’articolo pubblicato lunedì 29 gennaio: “Spogliati, picchiati e poi scomparsi. Il trattamento riservato da Israele ai detenuti di Gaza suscita allarme“.

Nel pezzo firmato Mark Landler si parla della sorte delle migliaia di palestinesi incarcerati dalle autorità di Tel Aviv, sottoposti a vessazioni al limite della tortura e viene rivelato che “un ufficio delle Nazioni Unite ha affermato che la carcerazione e il trattamento dei detenuti potrebbero equivalere a tortura. Si stima che migliaia di persone siano state detenute e tenute in condizioni orribili. Alcune sono state liberate indossando solo perizomi”.