05 novembre 2023

TRE INTERVENTI SULLA SITUAZIONE IN PALESTINA: CARLO ROVELLI - MONI OVADIA - RANIERO LA VALLE



Rovelli: «Fermare la carneficina, non è una richiesta strana» 
Il fisico italiano firma un appello di scienziati per la pace e sgombra il campo dalle polemiche:
«Basta soffiare sul fuoco» Pubblicato il 05/11/2023 "Il Manifesto"
ANDREA CAPOCCI ━ Italia/israele/gaza

La Breakthrough Science Society, un’organizzazione indiana che promuove la cultura scientifica, ha scritto un appello per la pace a Gaza firmato da un migliaio di scienziati di tutto il mondo. Tra i primi c’è il fisico italiano Carlo Rovelli, che con la scienza e la filosofia indiana vanta una lunga frequentazione. In questi giorni Rovelli è negli Usa, dove è stato appena pubblicato il suo ultimo saggio Buchi bianchi e dove lo ha raggiunto il manifesto. Nei giorni scorsi il Foglio lo aveva accusato di aver giustificato Hamas. L’appello di oggi sgombra ogni dubbio: «condanniamo senza mezzi termini l’attacco sui civili israeliani e la cattura di ostaggi» si legge nel testo. Ma il fisico preferisce smarcarsi dalle polemiche. «Il problema non è condannare questo o quello» spiega. «Le condanne lasciano il tempo che trovano».


Professor Rovelli, qual è il problema allora?
Il problema è fermare i massacri e il dolore infinito che generano da ogni parte. Fermare le carneficine, sedersi a un tavolo, cercare soluzioni ascoltando gli altri. Non è una richiesta strana: lo hanno chiesto la grandissima maggioranza dei paesi del mondo nell’assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo chiedono milioni di persone nelle piazze. Lo chiede il Papa e i leader di altre religioni. Lo chiedono tutti gli intellettuali ragionevoli. C’è solo una sparuta minoranza del mondo che invece vuole «risolvere» tutto a cannonate e portaerei. Purtroppo questa minoranza ha il potere delle armi e il potere della propaganda: i media italiani sono in gran parte asserviti a questo potere, nella pia illusione che sia quello che ci garantisce.

Però desta polemiche il fatto che dagli atenei di tutto il mondo arrivino più appelli per il cessate-il-fuoco su Gaza che di sostegno a Israele.
Ma è ovvio. La gente protesta perché chiede che le armi tacciano, non perché le armi sparino di più, come fanno ora quelle israeliane. In questo momento chi sta compiendo massacri è più di ogni altro l’esercito israeliano. Certo, non è l’unico: c’è un’ininterrotta scia di sangue, di guerre, massacri e carneficine che porta fin qui. Ma se ciascuno continua a guardare quelle del passato e a usarle per giustificare la vendetta, o a cercare di prevalere ammazzando tutti gli altri, il risultato è guerra infinita. L’unica cosa ragionevole è fermarsi ora come chiedono tutti, eccetto Israele e Stati Uniti.

Sbaglia chi vede un antisemitismo strisciante in queste prese di posizione?
È una baggianata colossale. Milioni di persone nelle strade a chiedere un cessate il fuoco, tra cui innumerevoli ebrei, sempre messi in risalto e applauditi nelle manifestazioni non solo non sono antisemitismo, ma il contrario: sono la prova che la maggior parte della gente vuole vivere in pace, senza odio né oppressione. Tutti vedono le ragioni di Israele: gli israeliani vogliono vivere in sicurezza, senza bombe o aggressioni e nessuno lo mette in dubbio. Il punto è che massacrare migliaia di palestinesi al ritmo di un bambino palestinese ucciso ogni dieci minuti nelle ultime due settimane non mi sembra un buon auspicio per la convivenza pacifica. È proprio chi sconsideratamente suggerisce che i milioni che chiedono pace siano antisemiti a soffiare sul fuoco della guerra e del razzismo. Ci sono fanatici da entrambi i lati di questo conflitto. Sono minoranze estreme che fanno i danni peggiori: ricordiamo che gli accordi di Oslo sono saltati anche perché un estremista israeliano ha ammazzato Rabin che lavorava per la pace e aveva stretto la mano ad Arafat.

Il vostro appello invita l’Onu a intervenire per un cessate-il-fuoco. Ma gli organismi internazionali appaiono impotenti.
Invece di ripetere che sono impotenti diciamo perché lo sono: sono impotenti perché una minoranza super-armata fa ciò che vuole e ignora le domande dei più. L’ironia più amara è che questa minoranza armata lo fa in nome della “democrazia”. Cioè, in nome della “democrazia” si agisce contro la maggioranza e si massacra. Qualcuno si è mai chiesto quanto sia ragionevole la pretesa di Israele di essere una democrazia? Una democrazia è un sistema di governo in cui chi è soggetto al potere di uno stato ha diritto di votare per il governo. I territori occupati da Israele, a Gaza e in Cisgiordania, sono soggetti al potere di Israele ma chi abita lì non vota. L’unico caso simile che conosco è il Sudafrica dell’apartheid: una democrazia sì, ma dove votavano solo alcuni e non i neri. Anche lì c’erano “territori con autonomia”: per i neri.

In assenza dell’Onu, cosa possono fare i governi o la società civile per avvicinare una tregua?
Il governo italiano può fare pressione sugli alleati americani. Sono loro che decidono e che hanno i cordoni della borsa di Israele a cui danno le armi e davanti alle cui coste mettono le portaerei per garantire l’impunità dei massacri a Gaza. Biden e Netanyahu giocano al poliziotto buono e al poliziotto cattivo: l’uno chiede all’altro di non esagerare, e l’altro gli risponde che farà il possibile. L’attuale primo ministro italiano si è fatto eleggere promettendo più autonomia in politica estera e ora è schiacciato sulle posizioni statunitensi. La risoluzione Onu che chiedeva un cessate il fuoco è stata votata da Francia, Spagna e Inghilterra: perché non da noi? La società civile può poco, dato il completo asservimento dei media mainstream al potere americano. Ma qualcosa può, in fondo alla fine la nostra è una democrazia. Ci ricorderemo, spero, per chi votare: per chi si impegna davvero per la pace nel mondo.




Difendere la vita dei palestinesi è “antisemita”? Allora io lo sono


(DI MONI OVADIA – ilfattoquotidiano.it) – L’antisemitismo è stata la pseudo-ideologia più criminale, più feroce e più esiziale che sia comparsa nella storia dell’umanità. Il suo vertice si è espresso con il più atroce sterminio sistematico di esseri umani progettato e programmato con tecnica industriale che abbia avuto luogo sotto il cielo del pianeta Terra. Questa apocalisse era già iscritta nel presupposto micidiale dell’antisemitismo già dai tempi del paganesimo idolatrico. Esso sosteneva che l’ebreo è malvagio, pernicioso, distruttore e deve essere annientato per il solo fatto di esistere, per il fatto stesso di essere nato. Gli si attribuiscono azioni e progetti raccapriccianti non per qualche depravata ragione che è caratteristica degli altri criminosi razzismi, ma per la sola ragione di vivere. Il solo apparentamento possibile con l’antisemitismo è la misoginia, l’odio per le donne, calunniate, sfregiate, segregate, massacrate, torturate, che si manifesta contro di esse solo per il fatto di essere donne.
Ogni essere umano che abbia coscienza del senso di appartenenza all’umanità, non può non avere ripulsa dell’antisemitismo, perché qualora esso trionfasse, ne conseguirebbe progressivamente la distruzione della nostra specie intera, perché esso concepisce che si possano cancellare dalla Terra esseri umani in quanto tali.
Noi, su questa Terra, all’origine siamo tutti Sapiens sapiens africanus con qualche elemento di Neanderthal.
L’ebreo non si definisce per etnia o per appartenenza a una terra come altre genti o, come qualcuno si ostina a dire, per “razza”. Per la legge ebraica, ebreo è colui che nasce da madre ebrea, il padre non conta, può essere di qualsiasi etnia e può, paradossalmente, essere persino nazista.
Nell’ebraismo non si concepisce lo stupro etnico, un figlio di madre ebrea è comunque ebreo, inoltre all’ebraismo ci si può convertire, alcuni convertiti, o figli di convertiti, si sono rivelati fra i più grandi Maestri del pensiero ebraico di tutti i tempi.
L’antisemitismo si presenta talora in forme criptiche o semi-criptiche. Il mondo dei movimenti operai e rivoluzionari, per esempio, conobbe il diffondersi di pulsioni antisemite.
Il grande leader socialdemocratico tedesco, August Bebel, definì il fenomeno dell’antisemitismo, il “socialismo degli imbecilli”. L’espressione fu ripresa da Lenin il cui nonno, da parte di madre, era un ebreo svedese di nome Blank. Nel 1914 il grande rivoluzionario bolscevico pronunciò un vibrante discorso contro l’antisemitismo di cui si può ascoltare il documento sonoro.
Una delle forme più frequenti di antisemitismo semi-criptico è, a mio parere, quello degli antisemiti che si attaccano a ogni argomento che riguardi ebrei, questioni ebraiche, ebrei potenti per inoculare il virus. All’interno di questa fattispecie di antisemiti vi sono coloro che rovesciano il loro odio sullo Stato di Israele in quanto popolato da ebrei.
Per contro, negli ultimi decenni è stato creato, proprio in Israele e fra i sionisti sia della Terra Santa sia della diaspora, un nuovo tipo di antisemitismo che si definisce per parametri altri rispetto a quelli dell’antisemitismo autentico che ho tentato di descrivere qui sopra. Rientrano in questa categorizzazione dell’antisemitismo, anche se ebrei loro stessi, tutti coloro che disapprovano, criticano, denunciano o si oppongono alla politica dei governi israeliani, che contrastano le leggi liberticide che i governi israeliani promulgano, il sistema di apartheid che impongono al popolo palestinese, la colonizzazione violenta delle terre, la distruzione delle loro case, il furto della loro acqua, il sistema di lager in cui hanno trasformato Gaza e le centinaia di migliaia di arresti amministrativi senza processo. Questi “antisemiti” credono nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani senza distinzioni.
Chi criminalizza con l’accusa di antisemitismo questi attivisti che siano ebrei, non ebrei o figli di sopravvissuti, è un vile che sputa sulle ceneri della nostra gente sterminata nei lager, sul dolore di coloro che furono fucilati e sepolti nelle fosse comuni e di tutti gli ebrei torturati e annientati.
L’uso strumentale della Shoah per fare propaganda menzognera è osceno, ignobile, vergognoso.
Se difendere la vita, la dignità e i diritti dei palestinesi come persone e come popolo è antisemitismo… allora io, ebreo da molte generazioni, sono orgogliosamente “antisemita”!