07 marzo 2008

Una testimonianza di viaggio


Anche quest'anno, come tutti gli anni, sono stata nei Territori Occupati di Palestina per portare gli aiuti alle famiglie che abbiamo in adozione a distanza nel campo profughi di Tulkarem. Tulkarem è una città situata nel Nord della Cisgiordania, divisa da Israele dal Muro che in molti non esitano a definire della ' vergogna', affermazione che mi pare molto appropriata. Un Muro che ha annientato ogni possibilità di sviluppo, che divide palestinesi da palestinesi, contadini dai propri campi di coltivazione, villaggi da città e che non è soltanto una grande muraglia alta 8 metri di cemento armato ( a tratti elettrificato ) ma assume anche la forma di un serpentone di fili spinati e di recinzioni che si snodano all'interno dei territori, in spregio al diritto internazionale che con una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU nel 2004 lo aveva dichiarato ILLEGALE e quindi da ABBATTERE!

La situazione che ho trovato non è molto diversa da quella degli anni precedenti: un' intera popolazione quella palestinese a cui vengono negati i diritti minimi come la libera circolazione tenuta sotto scacco da un'occupazione militare che non finisce mai. Quest'anno vi ho però trovato qualche differenza: i check-point israeliani sono sempre più numerosi in modo particolare quelli mobili ossia quelli inventati al momento in qualsiasi angolo di strada magari con una camionetta militare che si pone come sbarramento, sempre più numerosi nei pressi degli insediamenti illegali presenti all'interno della Cisgiordania che servono a garantire la libera circolazione di chi vive illegalmente in questa terra: i coloni.

Gli insediamenti sono il vero ostacolo alla pace ed in Cisgiordania ne stanno fiorendo di giorno in giorno, a Gerusalemme in particolare ma non solo: ho percorso un tratto di strada di circa 65 km. Ramallah - Tulkarem e ne ho contati più di 30. Un insediamento è visibile ad occhio nudo rispetto ad un villaggio palestinese, in modo particolare se si percorre la strada di sera: lo si vede dalla disponibilità di corrente elettrica ! E poi ci sono le risorse idriche oltre a quelle energetiche, le belle strade che collegano gli insediamenti con Israele che non possono essere percorse dai palestinesi senza permesso speciale dell'esercito.

La strada della pace è ancora in salita, e dopo Annapolis in Terra Santa purtroppo non ho intravisto grandi cambiamenti ma piuttosto il consolidamento dell'occupazione militare.

Michela Chimetto