E' morto Daniel Amit, scienziato e pacifista |
E' scomparso il 4 novembre scorso a Gerusalemme il fisico Daniel Amit, cittadino italiano dal 1999, grande pioniere nello studio delle reti neurali. Daniel Amit era nato in Polonia nel 1930, immigrato in Palestina nel 1940, e' stato professore di Fisica prima a Gerusalemme quindi a Roma dal 1991, dove ha preso la cittadinanza italiana. Oltre ad essere un grande ricercatore, Daniel Amit era noto per il suo impegno di pace soprattutto (ma non solo) rispetto al conflitto israelo-palestinese. Daniel Amit ha partecipato a a innumerevoli incontri e dibattiti con esponenti palestinesi. Daniel Amit ha iniziato il suo percorso scientifico nella ricerca sulla fisica delle particelle, quindi e' passato, negli anni '70, alla meccanica statistica e quindi, negli anni '80, alla ricerca piu' interdisciplinare abbracciando le neuroscienze. |
cari amici, abbiamo avuto il privilegio di conoscere e ascoltare la testimonianza di Daniel a Vicenza, nel marzo 2002, abbiamo apprezzato la sua coraggiosa denuncia, la sua coerenza di persona e scienziato. La sua perdita è un altro vuoto incolmabile che si aggiunge ai tanti che già portiamo nel cuore.
miriam
La testimonianza di Luisa Morgantini
Daniel Amit ci ha lasciato. Aveva 69 anni. Si è ucciso nella sua casa a Gerusalemme.
Non sopportava più il dolore di vivere in un mondo cosi' violento e ingiusto.
Non trovava più la forza di credere che valesse la pena continuare a resistere, che potevamo farcela.
Anche Daniel è vittima dell'ingiustizia.
L'8 Giugno, anniversario di quarant'anni di occupazione militare israeliana era con noi in una piazza del Testaccio a Roma, per dire basta all'occupazione militare israeliana, a chiedere giustizia ed uno stato per i palestinesi, a dire basta alle guerre.
Dopo la guerra in Iraq, da scienziato si era rifiutato di collaborare con una rivista Scientifica Americana mettendo in discussione il rapporto scienza guerra. Da ebreo, da israeliano, da cittadino del mondo rifiutava la politica coloniale e l'oppressione della popolazione palestinese.
La sua è una morte che pesa come una montagna, come la domanda incessante di non essergli stati abbastanza vicino.
Ma cosi' è stato anche per Alex Langer.
Caro Daniel, la tua radicalità e dolcezza, il tuo rigore morale, il tuo sacrificio, aiuteranno tutti noi che ancora non abbiamo perso la speranza. Non lasceremo sola Dahlia.
Luisa Morgantini