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Il Procuratore Karim Khan presta giuramento insediandosi alla Corte Penale Internazionale. 16 giugno 2021 (ICC-CPI) |
Mag 29, 2024 | Notizie di Yuval Abraham e Meron Rapoport, +972 Magazine, 28 maggio 2024.
Alti funzionari del governo e della sicurezza israeliani hanno supervisionato un’operazione di sorveglianza durata nove anni che ha preso di mira la CPI e i gruppi palestinesi per i diritti, nel tentativo di ostacolare un’indagine sui crimini di guerra, come rivela un’indagine congiunta.
Per quasi un decennio, Israele ha sorvegliato alti funzionari della Corte Penale Internazionale (CPI) e operatori palestinesi per i diritti umani, nell’ambito di un’operazione segreta volta a ostacolare l’indagine della CPI su presunti crimini di guerra: lo rivela un’inchiesta congiunta di +972 Magazine, Local Call e il Guardian.L’operazione multi-agenzia, che risale al 2015, ha visto la comunità di intelligence israeliana sorvegliare regolarmente l’attuale procuratore capo della Corte Karim Khan, la precedente procuratrice Fatou Bensouda e decine di altri funzionari della CPI e delle Nazioni Unite. L’intelligence israeliana ha anche monitorato il materiale che l’Autorità Palestinese presentava all’ufficio del procuratore e ha sorvegliato i dipendenti di quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani le cui denunce sono al centro dell’indagine.
Le informazioni di intelligence ottenute attraverso questa sorveglianza sono state trasmesse a un gruppo segreto di avvocati e diplomatici del governo israeliano, che si sono recati all’Aia per incontri riservati con funzionari della CPI nel tentativo di “fornire [alla procuratrice capo] informazioni che le avrebbero fatto dubitare del suo diritto di occuparsi di questa questione”. L’intelligence è stata utilizzata anche dall’esercito israeliano per aprire retroattivamente indagini su incidenti che interessavano la CPI, per cercare di dimostrare che il sistema legale israeliano è in grado di rendere conto del proprio operato.
Inoltre, come riporta oggi il Guardian, il Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, ha condotto un’operazione parallela che ha cercato di ottenere informazioni compromettenti su Bensouda e sui suoi familiari più stretti, nell’evidente tentativo di sabotare l’indagine della CPI. L’ex capo del Mossad, Yossi Cohen, ha tentato personalmente di “arruolare” Bensouda e di manipolarla affinché assecondasse i desideri di Israele, secondo quanto riferito da fonti che hanno familiarità con le sue attività, facendo temere l’allora procuratrice per la sua sicurezza personale.
La nostra inchiesta si basa su interviste a più di due dozzine di attuali ed ex funzionari dell’intelligence e del governo israeliano, ex funzionari della CPI, diplomatici e avvocati che hanno familiarità con il caso della CPI e con gli sforzi di Israele per minarla. Secondo queste fonti, inizialmente l’operazione israeliana ha tentato di impedire alla Corte di aprire un’indagine penale completa; dopo che un’indagine completa è stata avviata nel 2021, Israele ha cercato di assicurarsi che non arrivasse a nessun risultato.
Stalking e minacce: le pressioni del Mossad sulla CPI
di Eliana Riva – Pagine Esteri, 29 maggio 2024.
Otto anni di minacce da parte dei servizi segreti israeliani alla Corte penale internazionale. Otto anni di stalking alla ex procuratrice Fatou Bensouda perché rinunciasse alle inchieste su Tel Aviv e le sue violenze nei Territori palestinesi occupati. Ricatti, appostamenti, intimidazioni alla giurista e alla sua famiglia: l’indagine del quotidiano inglese Guardian, in collaborazione con +972 Magazine e Local Call, rivelano la guerra segreta del Mossad contro la CPI.
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