04 dicembre 2007

Forse Gesù avrebbe preferito che per ricordare la sua nascita ...

... invece di passeggiare sotto la pioggia di luci di piazza dei Signori, sorridendo ad improbabili Babbo Natale, e comprare per gli amici l’ultimo luccicante oggettino made in China per cercare di sembrare originali, prestassimo attenzione alla sua meravigliosa e tormentata terra, regalandoci e regalando un buon libro che parli di essa.

Una rassegna di Letteratura palestinese si trova nel sito L’Arcilettore. Tra i libri consigliati:

I pozzi di Betlemme di Giabra Ibrahim Giabra (Jouvence Società Editoriale, Roma 1997, pp.227, € 11,00), la storia di una comunità e di una città molto prima della nascita dello Stato d’Israele. L’autore rappresenta Betlemme soprattutto nella sua tranquilla normalità nella quale convivono pacificamente mussulmani, cristiani ed ebrei.

Testimone oculare (Edizioni Lavoro 2000, pp. XIV+170, € 10,33) di Muhammad al-Qaysi. E’ la storia dello sradicamento della popolazione palestinese dai villaggi che hanno abitato per secoli e del loro spostamento da un luogo all’altro fino ad approdare in quella mostruosità che sono i campi profughi, nati con la caratteristica della temporaneità e diventati poi permanenti.

Due libri di Ghassan Kanafani, il cantore più famoso di questo periodo storico, e anche quello che ha saputo dare maggiore drammaticità al racconto della Nabka e delle sofferenze che sono derivate al popolo palestinese. Il primo è Uomini sotto il sole (ed. Sellerio, pp.96+32, € 7,00), in cui viene narrata una delle tragedie palestinesi: la necessità di emigrare per poter permettere a se stessi e alla propria famiglia di vivere. L’altro, Ritorno ad Haifa (ed. Lavoro, 2003) narra, attraverso le vicissitudini dei protagonisti, le due diaspore, quella ebraica e quella palestinese, accomunate dallo stesso tragico destino e dal sentimento straziante della perdita della propria terra.

Ben più corposo è il libro del libanese Elias Khuri, La porta del sole (trad. Elisabetta Bartuli, Einaudi, pp.485, € 19,50).
E' un romanzo complesso, piuttosto impegnativo, di non sempre facile lettura ma che traccia con sorprendente intensità la vicenda corale del popolo palestinese, dal 1948 ai nostri giorni.

sul fronte della saggistica:

Restare sulla montagna (trad. di Marilla Boffito, Nottetempo 2007, pp. 122, € 13,00). Recente imperdibile libro-intervista all'intellettuale medico e militante non violento, deputato del parlamento palestinese Mustafa Barghouthi che, dialogando a Ramallah nel 2004 con Eric Hazan, direttore della casa editrice francese La Fabrique, cerca di comprendere come si è arrivati all’attuale crisi della politica palestinese, ma soprattutto di individuare le future strategie della resistenza civile.

Anche una parte della Letteratura ebraica tratta il tema in termini di comprensione, di rispetto dei diritti umani e di pace.

Il giornalista ebreo italiano cosmopolita Eric Salerno, in Israele, la guerra dalla finestra (Editori Riuniti, pp. 190, € 10,00) racconta "dall'interno" le vicende dello stato di Israele.

Giornalista è anche l’israeliana Amira Hass, le cui lucide corrispondenze per Internazionale sono raccolte integralmente in Domani andrà peggio (Fusi orari 2005, pp. 240, € 15,00)

Tra i tanti libri di David Grossman, segnaliamo il recente Con gli occhi del nemico (Mondadori 2007, pp. 117, € 12)

Altro scrittore pacifista israeliano, autore di molti libri, è Amos Oz che, in Una terra due stati. Interviste (Datanews 2007, pp. 116, € 10,40) esprime la sua proposta per la soluzione della questione palestinese.

Infine, last but not least, sono da leggere tutti d’un fiato e da regalare i due libri di don Nandino Capovilla e Betta Tusset: Nei sandali degli ultimi. In terrasanta con Etty Hillesum e Bocchescucite. Voci dai territori occupati, che riportano testimonianze vive dalla Palestina. Sono editi e si trovano alle Ed. Paoline.