COMITATO VICENTINO PER LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI
CINEMA PRIMAVERA
CINEMA PRIMAVERA
RASSEGNA DI FILM PALESTINESI PER CELEBRARE IL 29 NOVEMBRE
GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’
CON IL POPOLO PALESTINESE
GLI INGANNATI
dal libro UOMINI SOTTO IL SOLE
di Ghassan Kanafani, Sellerio Edit
Un film di Tewfik Saleh. Con Mohamed Kheir-Halouani, Abderrahman Alrahy, Bassan Lofti Abou-Ghazala, Saleh Kholoki.
La
tragica avventura di tre Palestinesi i quali, per emigrare clandestinamente nel
Kuwait alla ricerca di un lavoro, affidano il loro destino ad un camionista
viaggiando nascosti nella cisterna vuota dell’automezzo. Sullo sfondo vi è la
guerra con Israele e l’occupazione militare delle terre palestinesi. In uno
stile che nulla o poco concede alla spettacolarità, la pellicola racconta
sostanzialmente la storia di un fallimento che nella parte finale si carica di
una tensione notevole dove l’eloquenza delle immagini è assoluta. Opera da cinema
impegnato d’altri tempi, mantiene oggi una bruciante attualità, in un tempo in
cui i migranti arrivano fino a noi attraverso vere e proprie odissee che spesso
si concludono tragicamente.
Il libro: UOMINI SOTTO IL SOLE
A cura di
Isabella Camera D'Afflitto
Nota di
Vincenzo Consolo
Lingua
originale: arabo
Titolo
originale: Riğal fi ash-Shams
Ghassan
Kanafani, nato ad Acri in Palestina nel 1938, è rifugiato in Libano con la
famiglia nel 1948, alla proclamazione dello stato di Israele. Nel 1953, a
Damasco, pubblica i primi racconti e lavora per l’agenzia ONU di aiuto ai
profughi; poi si trasferisce in Kuwait dove insegna sino al 1960. In quell’anno
inizia a collaborare con i giornali della resistenza palestinese e dal 1969
dirige uno degli organi dei palestinesi. Muore nel 1972 in un attentato del
Mossad, assieme alla nipote sedicenne. Ghassan Kanafani è il più importante
rappresentante di quel gruppo di Palestinesi che dall'esilio (in arabo Ghurba) hanno contribuito a lottare per la causa palestinese
tramite le loro opere artistiche.
Tra
le sue opere: La madre di Sa’d (1985) e Ritorno a Haifa (1991). Uomini
sotto il sole è del 1963.
Ghassan Kanafani fu scrittore - tra i più
significativi della letteratura araba - giunto all'impegno attivo nella lotta
del suo popolo dopo i primi libri, e dopo l'attività giornalistica: giunto, si
può dire - usando una espressione vecchia ma che si attaglia alla questione
palestinese per la quale vale come criterio l'odiosa coppia amico/nemico meglio
di ogni altro giudizio -, alla critica delle armi passando dalle armi della
critica. Sono dunque pietre le sue parole, e nella loro scabra durezza ritorna
il dolore per la terra perduta, la sofferenza dei profughi, la speranza. Ma
senza la rozzezza semplice dei nazionalismi (per cui Kanafani è, come dice
Vincenzo Consolo presentandolo in questo libro, «prima di essere il palestinese
di Acri, scrittore di prim'ordine»), semmai cercando, al fondo delle immediate
contrapposizioni, l'inquietudine che nasce dall'osservare il cuore innocente
della sofferenza, la sorte di chi non ha nessun riparo. Così la vicenda dei tre
uomini sotto il sole - che fuggono dai campi profughi verso il ricco Kuwait e
trovano una delle sorti comuni ai molti senza riparo in questo mondo - racconta
dell'inferno che si trova subito dietro l'angolo dell'Occidente.