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Una delle bombe al fosforo lanciate sul Libano |
Quando un odore violento ha invaso le campagne di Dayr Amis, tutti hanno capito che non era “toum”, l’aglio per una delle salse libanesi. Pochi minuti dopo c’era chi correva all’ospedale e chi non aveva più fiato neanche per chiedere aiuto. Erano le esalazioni delle bombe al fosforo bianco, vietate dalle Convezioni Onu (Ccw) a salvaguardia dei civili. Ora c’è la conferma di Unifil, la missione Onu in Libano. «Abbiamo osservato colpi di artiglieria in cui sono state utilizzate munizioni al fosforo bianco in almeno tre occasioni: il 3 marzo vicino a Dayr Amis (Settore Ovest), il 3 aprile vicino ad Ayta al-Sha’b (Settore Ovest) e il 6 giugno vicino ad Arab al-Luwayzah (Settore Est)». Il Consiglio di sicurezza ha ricevuto il 12 luglio un dettagliato report di 26 pagine. Basta inerpicarsi sulle colline senza più vegetazione che dal Libano guardano alla verde pianura israeliana per capire come “fare terra bruciata” non sia solo un modo di dire.