18 marzo 2024

G R A Z I E

                        

Alcune foto del bellissimo concerto che, il coro "PUERI CANTORES"  DEL VENETO APS, ha tenuto ieri pomeriggio per la raccolta fondi straordinaria per i bambini palestinesi.

Grazie a tutti i coristi e ai musicisti, al Direttore M° Roberto Fioretto e a Massimo Celegato, alla Parrocchia di S.Marco e a tutti i partecipanti per la generosità dimostrata.

"La soluzione giusta" o "La soluzione ...................."?

In questo video di RaiNews24 intitolato “La soluzione giusta”, Giulia Bosetti illustra con immagini e interviste i punti salienti della questione palestinese (circa 25 min).

Video. La guerra di Israele all’UNRWA

GIORNO 159


Dal sito di "HaMoked" organizzazione che fornisce assistenza legale gratuita ai palestinesi che vivono
sotto occupazione e difesa contro le violazioni da parte di Israele del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza.

A marzo 2024 Israele detiene 2.070 prigionieri condannati, 2.656 detenuti in custodia cautelare e
3.558 detenuti amministrativi trattenuti senza processo. Israele detiene inoltre 793 persone come "combattenti illegali" * .

Sebbene la reclusione limiti intrinsecamente la libertà di una persona, i prigionieri e i detenuti conservano tutti i loro diritti fondamentali. Le condizioni dei detenuti "di sicurezza" differiscono da quelle dei detenuti "regolari". Il trattamento riservato da Israele ai detenuti di sicurezza viola i loro diritti all'uguaglianza, alla dignità, alla vita familiare, all'istruzione e altro ancora, in violazione del diritto internazionale.

La stragrande maggioranza dei detenuti di sicurezza sono palestinesi provenienti dai territori occupati. Trattenere prigionieri e detenuti dei territori occupati all'interno di Israele costituisce una palese violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta il trasferimento di prigionieri e detenuti al di fuori dei territori occupati, e viola anche i diritti umani fondamentali sanciti, tra l'altro, dalla legge israeliana.

I dati sono stati forniti dall'Israel Prison Service (IPS) e comprendono tutti i "detenuti di sicurezza" nelle carceri sotto la giurisdizione dell'IPS, inclusa la prigione di Ofer, situata in Cisgiordania.

* A novembre 2023, i dati includono anche i palestinesi residenti nella Striscia di Gaza e detenuti ai sensi della legge israeliana sull'incarcerazione dei combattenti illegali, 5762-2002. Il combattente illegale – una categoria che non esiste nel diritto internazionale – è definito nella legge israeliana come “una persona che ha partecipato direttamente o indirettamente ad atti ostili contro lo Stato di Israele o è membro di una forza che perpetra atti ostili contro lo Stato di Israele, ai quali non si applicano le condizioni prescritte dall’articolo 4 della Terza Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 riguardo ai prigionieri di guerra e alla concessione dello status di prigioniero di guerra nel diritto internazionale umanitario”.
I dati non includono i lavoratori della Striscia di Gaza e altri che si trovavano legalmente in Israele con permesso alla vigilia dell’attacco di Hamas alle comunità israeliane il 7 ottobre 2023, a seguito del quale Israele ha annullato tutti i permessi per i residenti di Gaza e ha trattenuto queste persone , che secondo quanto riferito alla fine di ottobre 2023 contava oltre 4.000 persone nei campi militari di Anatot e Ofer.

INIZIATIVE IN SOLIDARIETA' CON IL POPOLO PALESTINESE



                         


                                               

12 marzo 2024

Carovana solidale italiana – Rafah: Gaza oltre il confine - dal 3 al 6 marzo

                                                    

Siamo rientrati da poco più di 1 ora dal valico di Rafah. Non credevo di poter sentire e vedere cose peggiori di quelle ascoltate in questi giorni. E invece si. Le file interminabili di tir fermi con aiuti provenienti da tutto il mondo; due parcheggi principali uno con 800 e l’altro con oltre 1000 tir per non parlare di quelli parcheggiati lungo la strada. Sotto il sole cocente con ogni tipo di materiale, alimentare e non. Impressionante vedere tutto fermo con questi autisti parcheggiati senza spiegazioni, informazioni e servizi da 10/20 e addirittura 30 giorni. L’arrivo al valico e vedere passare in in circa 3 ore 15 tir e sentirsi dire da Scott Anderson, Deputy Director of UNRWA Gaza, uscito da Gaza appositamente per incontrarci che ieri è stata una giornata fortunata: 40 tir tutto il giorno. Pare che i nostri tir siano tutti entrati ma è una magra consolazione di fronte a tutto ciò. E il suo racconto per quanto incredibile ha peggiorato il quadro che ieri i suoi colleghi ci avevano fatto. Ma non è stata questa la parte più difficile da digerire: lasciato il valico ci siamo diretti ad uno degli hub della Mezzaluna Rossa egiziana. Migliaia e migliaia di materiali umanitari stoccati da mesi qui a pochi km da dove si muore di fame e di mancanza di adeguate cure sanitarie, oltre che per le bombe. Qui percepisci l’intenzionalità della politica israeliana nel perseguire, oltre all’azione militare devastante, anche la persecuzione umana di donne, uomini e bambini colpevoli solo di essere nati palestinesi. Non ci sono parole che si bloccano in gola quando il responsabile della Mezzaluna Rossa egiziana ci dice che tutti questi materiali sono stati respinti dall’esercito israeliano. Cioccolata compresa perché non ritenuta un bene primario.