Film sulla Palestina

CON LA PALESTINA NEGLI OCCHI
Leggere il dramma di due popoli attraverso il cinema di autori palestinesi, israeliani e internazionali.

Nozze in Galilea
di Michel Khleifi

112 min - Palestina – Belgio 1987
In un villaggio palestinese da quattro mesi sono in vigore le leggi marziali a seguito di violente sommosse popolari. Il capo del villaggio supplica il governatore militare israeliano di sospendere il coprifuoco per permettere di festeggiare il matrimonio del figlio, il militare accetta a condizione che la festa finisca a mezzanotte e che lui e i suoi ufficiali siano invitati come ospiti d’onore. Il vecchio accetta perché, in occasione di una festa, anche il nemico deve essere tollerato…

Private
di Saverio Costanzo

90min - Italia 2004
Docente di letteratura inglese in Palestina, Mohammed vive con la moglie e i cinque figli in una casa situata tra un villaggio palestinese e un insediamento israeliano. L’abitazione finisce per subire gli attacchi incrociati delle parti in lotta, diventando un sito altamente strategico.
L’esercito israeliano decide di occuparla ma nonostante l’invasione dei soldati israeliani, Mohammed si rifiuta categoricamente di abbandonarla. Fedele ai principi della non violenza, è convinto che si possa trovare un’intesa.

Paradise Now
di Hany Abu-Assad

90 min.- Germania - Olanda - Francia 2005.
Palestina. Due giovani palestinesi Kaled e Said, amici fin da piccoli, sono stati reclutati come kamikaze. Si dovranno far esplodere il giorno dopo a Tel Aviv. I due decidono di trascorrere quella che sanno essere la loro ultima notte di vita, insieme alle proprie famiglie. Possono stare con le persone che amano, ma non devono assolutamente rivelare nulla, né far capire qualsiasi particolare della loro missione. Il giorno dopo si congedano dalle famiglie, si fanno attaccare al corpo i congegni esplosivi e si preparano al momento decisivo. Ma non tutto va come previsto….

La sposa siriana
di Eran Riklis

97 min. - Francia - Germania - Israele 2004
Narra del matrimonio di una donna drusa proveniente dalle Alture del Golan, dei problemi creati dalle questioni politiche non risolte e delle vite dei personaggi del villaggio. La trama del film guarda al conflitto israelopalestinese attraverso la storia di una famiglia divisa dai confini nazionali, ed osserva come le loro vite sono colpite dalla difficile realtà politica della regione.

Intervento divino
di Elia Suleiman

93 min. - Francia - Germania 2002
A Nazareth un anziano palestinese si ammala, dopo aver visto compromessa la sua esistenza anche a causa dell’occupazione israeliana. Il figlio lo accudisce, ma anche il ragazzo ha dei problemi: è innamorato di una
palestinese e il rapporto è complicato dai vari posti di blocco israeliani.
Nonostante il clima di terrore e i problemi familiari, i due giovani riescono comunque a vedersi ad un parcheggio vicino al check-point.
Presentato in concorso al Festival di Cannes, il secondo lungometraggio di Suleiman, palestinese cresciuto a New York, si caratterizza per il forte impegno civile.

Il tempo che rimane
di Elia Suleiman

Nazareth 1948. Al tempo della creazione dello stato di Israele, poche ore prima della resa della città, il palestinese Fuad guerrigliero della resistenza non riesce a raggiungere in tempo la sua ragazza, Thurayya, fuggita insieme alla famiglia in Giordania. Dopo molti anni Fuad, che intanto si è sposato e ha avuto un figlio, viene catturato e accusato di contrabbandare armi.
Condotto alla stazione di polizia, incontra per caso Thurayya, che ha ottenuto un permesso per entrare in città. Nazareth intanto sta subendo un periodo di sollevamento politico: il desiderio di riguadagnare e riaffermare un’identità nazionale tra i palestinesi sta crescendo sempre più. Intanto il figlio adolescente di Fuad ripercorre il destino del padre e viene arrestato.
Film poetico, inconsueto, doloroso e soave, una specie di messaggio da un altro mondo .

Il giardino di limoni
di Eran Riklis

106 min. - Israele - Germania - Francia 2008
Salma Zidane vive in Cisgiordania, ha 45 anni ed è rimasta sola da quando suo marito è morto e i suoi figli se ne sono andati. Quando il ministro della difesa israeliano si trasferisce in una casa vicina a quella di Salma, la donna ingaggia una battaglia legale con gli avvocati del ministro che, per motivi di sicurezza, vogliono abbattere i secolari alberi di limoni del suo giardino, che rappresentano il suo unico sostentamento. Ma Salma non lotterà da sola; infatti, oltre al supporto del suo avvocato – un trentenne divorziato con cui nasce un profondo sentimento amoroso – Salma troverà inaspettatamente anche quello della moglie del Ministro che, stanca della sua vita solitaria per gli impegni del marito, prende a cuore il caso della sua vicina di casa
palestinese.

Ticket to Jerusalem
di Rashid Masharawi

90 min. - Olanda - Palestina 2003
Jaber è un proiezionista palestinese che porta, con i suoi film, un po’ di serenità ai bambini dei campi di rifugiati nella zona di Ramallah. Mano a mano che l’occupazione militare israeliana si fa più dura il suo lavoro
diventa sempre più pericoloso. Sua moglie, un’infermiera comincia ad avere dubbi sul suo stato di salute mentale quando Jaber manifesta l’intenzione di organizzare una proiezione a Gerusalemme Est dove ai palestinesi è vietato l’ingresso. A mezza via tra il documentario e la fiction questo film si segnala per uno sguardo diverso e intenso sulla situazione mediorientale in cui il cinema diventa uno strumento di serenità.

Amos Gitai è un regista israeliano nato nel 1950 ad Haifa. Studia architettura nel paese d’origine e consegue il dottorato all’ Università di Berkeley nel 1986. I suoi primi film amatoriali risalgono all’adolescenza: ancora studente realizza documentari per la televisione israeliana. Da queste esperienze deriva il suo stile, fatto di immagini dialettiche e plastiche,capaci di descrivere la realtà con una forza maggiore del documentario tradizionale.
Dopo Berlin-Jerusalem (1989) dove due donne ebree nella Berlino del primo Novecento condividono l’ideale di una Palestina in cui arabi e israeliani possano convivere armoniosamente, in seguito alle pesanti intromissioni della censura israeliana si trasferisce a Parigi dove risiede tuttora.
Sempre attento ai temi dell’esilio, si è imposto all’attenzione internazionale con Kadosh (1999), intensa storia di due sorelle che reagiscono in modo opposto al potere religioso e familiare e morale esercitato dagli uomini, e con Kippur (2000) dove la rievocazione dell’attacco di Egitto e Siria contro Israele, il 6 ottobre 1973, diventa l’occasione per riflettere sul caos e la follia della guerra.
Considerato a livello internazionale l’anima critica di Israele, conferma le sue doti di narratore diretto ed immediato, oltre che di disincantato osservatore delle contraddizioni del suo paese, con Terra promessa (2004) dove racconta la storia emblematica di un gruppo di ragazze estoni che raggiungono Israele con la promessa di essere assunte come cameriere e vengono invece obbligate a prostituirsi, e soprattutto con Free Zone (2005), un road movie ambientato fra Gerusalemme e la Giordania, che valse all’attrice H.Laszlo il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes.