Libri sulla Palestina

Cari amici, eccovi un aggiornamento dilibri sulla Palestina, quale suggerimento per la lettura estiva. Alcuni autori sono israeliani, altri palestinesi, altri ancora italiani; la maggior parte dei libri è stata pubblicata di recente, ma non manca qualche classico.

Saggi - autori arabi
  • Il pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare - di Raja Shehadeh
  • Sempre nel posto sbagliato - di Edward Said
  • Tra guerra e pace. Ritorno in Palestina-Israele - di Edward Said
Saggi - autori israeliani

  • Il male minore - di Eyal Weizman
  • Architettura dell’occupazione. Spazio politico e controllo territoriale in Palestina e Israele - di Eyal Weizman
  • Sconfiggere Hitler - di Avraham Burg
  • Domani andrà peggio. Lettere da Palestina e Israele 2001-2005 - di Amira Hass
  • Sharon e mia suocera. Diari di guerra da Ramallah, Palestina - di Suad Amiry
  • Se questa è vita. Dalla Palestina in tempo di occupazione - di Amira Hass
  • Niente sesso in città - di Suad Amiry
  • Murad Murad - di Suad Amiry
  • La pulizia etnica della Palestina - di Ilan Pappe
  • Controcorrente la lotta per la libertà accademica in israele - di Ilan Pappe
  • Ultima fermata a Gaza Noam Chomsky e Ilan Pappe 
  • La retorica della coesistenza - di Ilan Pappe
Saggi - autori italiani
  • Voglia di normalità - di Nandino Capovilla e Betta Tusset
  • Via crucis in Terra Santa. Dalla croce alla pace - di Nandino Capovilla e Betta Tusset
  • Un parroco all'inferno. Abuna Manuel tra le macerie di Gaza - di Nandino Capovilla
  • Bocchescucite. Voci dai territori occupati - di Nandino Capovilla e Betta Tusset
  • Alle radici degli ulivi (con il Figlio dell’Uomo) - di Mario Pavan
  • Segui le donne. Da Beirut alla Palestina, pedalando per la pace - di Cecilia Gentile
  • Hamas - di Paola Caridi
  • Mossad, base Italia - di Eric Salerno
  • Muri, lacrime e za'tar. Storie di vita e voci dalla terra di Palestina - di Giancarlo Solera 
  • Israele-Palestina. Il conflitto irrisolto - di Maurizio Scaini
Romanzi e racconti
  • Feisal - di Andrea Onori
  • Festa di rovine - di Miriam Marino
  • Il giardino degli ulivi - di Deborah Rohan
  • Ogni mattina a Jenin - di Susan Abulhava
  • Il poeta di Gaza - di Yishai Sarid
  • Una primavera di fuoco - di Sahar Khalifah
  • Uomini sotto il sole - di Kanafani Ghassan
  • Ritorno a Haifa - di Kanafani Ghassan
  • I pozzi di Betlemme - di Giabra Ibrahim G.
  • La porta del sole - di Elias Khouri
Per i più giovani
  • Una bottiglia nel mare di Gaza - di Valérie Zenatti
  • La strada dei fiori di Miral - di Jebreal Rula

Saggi - autori arabi



di Raja Shehadeh
EDT - Collana: La biblioteca di Ulisse
Pagine XIX-195 - € 19,00 - data pubblicazione: maggio 2010




Quando Raja Shehadeh, avvocato discendente da un'antica famiglia palestinese, ha iniziato le camminate sui sentieri della sua terra, negli anni '70, non sapeva ancora di trovarsi di fronte a un paesaggio che stava per scomparire. Quelle stesse colline che per tutta l'infanzia aveva considerato il suo giardino personale - il luogo dove andare a giocare, a riposare o in cui abbandonarsi a un vagabondaggio ristoratore, seguendo un'antica tradizione locale - quelle stesse colline che per il loro carattere arcaico e apparentemente immobile avrebbero potuto apparire familiari a un contemporaneo di Cristo, stavano infatti per essere invase da una colata di cemento che ne avrebbe alterato per sempre l'aspetto e il significato, devastando un'incomparabile ricchezza naturale e paesaggistica.
Le sette camminate nel paesaggio della Palestina che Shehadeh racconta in questo libro si svolgono attraverso gli ultimi trent'anni di storia della regione; ognuna di esse racconta un diverso aspetto del paesaggio della cosiddetta Cisgiordania, e si svolge in un diverso momento della sua drammatica vicenda storica. Passo dopo passo, pagina dopo pagina, il racconto si colora di tinte drammatiche e si popola dei fantasmi sempre più reali dell'emigrazione, della guerra e della colonizzazione selvaggia; il terreno delle lunghe camminate si fa sempre più frammentato da fili spinati, posti di blocco e muri invalicabili, fino all'irrompere sulla scena dell'ombra minacciosa del fondamentalismo.



di Edward Said
Feltrinelli editore - Collana Universale economica. Vite narrate
Pagine 328 - € 12,00 - data pubblicazione: 2000

Diagnosticatagli una rara forma di leucemia, Said decide di scrivere la propria autobiografia. L'autore nasce a Gerusalemme nel 1935; erede di una ricca famiglia palestinese cristiana, si trasferisce al Cairo dove frequenta il Victoria College, ed è poi mandato dal padre in un collegio del Massachusset con lo scopo di fargli ottenere la cittadinanza americana. Nel 1948, con la dichiarazione dello stato di Israele, la famiglia Said viene espropriata di tutti i suoi beni ed il giovane Edward diventa un rifugiato politico e decide di combattere per i diritti del popolo palestinese e per uno stato secolare e democratico.
di Edward Said
Feltrinelli editore - Collana Elementi
Pagine 104 - € 12,91 - data pubblicazione: 1998

Un pellegrinaggio alle radici: il ritorno in Palestina-Israele, una terra che non ha ancora trovato la pace ed è già irriconoscibile, è l'occasione per mettere a fuoco torti e ragioni di due popoli storicamente e fisicamente uniti. Il volume si compone di due brevi memorie di viaggio che si possono leggere come due intensi pamphlet: l'uno, contro Israele; l'altro, contro Arafat. Più intimo e personale, il primo; più esplicitamente politico, il secondo.



Saggi - autori israeliani



di Eyal Weizman
Ed. Nottetempo - Collana Gransassi
Pagine 52 - € 7,00 - data pubblicazione: 2009

Cosa nasconde, nell’uso politico contemporaneo, il concetto di “male minore”? Può la cultura del male minore giungere a una giustificazione della violenza e a contribuire alla sua proliferazione? Con quale capacità di cura e moderazione le nuove tecniche militari e il regime giuridico del diritto internazionale riducono la sofferenza della guerra, della morte e della distruzione? Weizman, giovane architetto israeliano, esamina tali questioni nei due saggi che compongono questo libro, Il male minore e Attacco legislativo, e suggerisce la possibilità che il male minore costituisca il nuovo nome della nostra barbarie.

di Eyal Weizman
Bruno Mondadori editore
Pagine 344 - € 25,00 - data pubblicazione: aprile 2009


Muovendosi tra gli spazi sotterranei e gli insediamenti, fino al cielo militarizzato sopra Gaza e la Cisgiordania, Eyal Weizman analizza la trasformazione dei Territori in un sistema dove interventi architettonici e caratteristiche naturali sapientemente ridisegnate realizzano una vera e propria occupazione civile. Il paesaggio, plasmato dai processi paralleli di costruzione e distruzione, diventa in questo modo non solo immagine, ma strumento del potere; non solo teatro di guerra, ma arma per combatterla.
L’architettura dell’occupazione è dunque un’operazione militare, più lenta e meno visibile di quelle condotte dall’esercito regolare, ma non meno violenta. Dall’analisi di come Israele ha trasformato la gestione dello spazio in strumento di dominio e di controllo scaturisce una lettura nuova dei rapporti tra ambiente, storia e politica, e viene denudata la volontà ideologica che si nasconde dietro questo progetto di occupazione coloniale tardo-moderna.


di Avraham Burg
Neri Pozza editore
Pagine 416 - € 19,00 - data pubblicazione: 2008


Deputato laburista e speaker della Knesset nelle passate legislature, Burg ha attaccato apertamente l’ideologia sionista che, fondando l’identità del paese sul trauma dell’Olocausto, ha portato Israele a una deriva sempre più nazionalista e xenofoba.
La memoria della Shoah ha reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Il paese nella sua instabilità è ormai simile alla Germania degli anni Trenta. Il sogno e l’ideologia sionista hanno fallito.
È il momento di abbandonare l’antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura universalistica dell’ebreo della diaspora. Sono tesi molto provocatorie, che hanno suscitato un enorme dibattito e innumerevoli polemiche a partire dalla pubblicazione di Sconfiggere Hitler in Israele, nel 2007.

L’autore, notissima figura pubblica israeliana, ex presidente del Parlamento, figlio di un uomo politico di grande influenza, ha avviato una critica radicale ai fondamenti attuali dello Stato di Israele, alla sua identità collettiva definita, sessanta anni dopo Auschwitz, quasi esclusivamente in rapporto all’Olocausto. Inoltre, criticando la svolta nazionalistica ed etnica presa dal paese nel corso degli ultimi decenni, Burg si oppone alle nuove «teorie razziali ebree» degli estremisti religiosi e stigmatizza l’uso della forza militare.
Sconfiggere Hitler è però anche un libro di ricordi in cui l’emozione e l’affetto frenano l’indignazione politica e civile. Burg evoca la sua infanzia nella «piccola Germania» di Gerusalemme, dialoga con la madre e, dopo la sua morte, con la figura tutelare del padre, Yossef Burg, dirigente del partito religioso nazionale e ministro nel corso di diversi decenni.
In questo saggio denso di riferimenti alla Bibbia e ai grandi testi del giudaismo, Burg lascia parlare la sua tristezza e la sua inquietudine, ma riesce a immaginare e a indicare anche un nuovo programma per Israele nel consesso globale delle nazioni. Un vero messaggio di speranza in cui si materializza il sogno di un ritorno alla serenità e ai valori umanistici e universalistici del giudaismo.

Sconfiggere Hitler: una lettura analitica e scioccante di Israele e della sua ideologia, un’analisi del presente e di un futuro difficile. Un saggio polemico che ha provocato sconcerto e dolore.
La società israeliana non deve piú vivere all’ombra dell’Olocausto. Il trauma dello Sterminio impedisce agli ebrei di avere fiducia in se stessi e nel mondo attorno a sé. Queste paure plasmano e alimentano il crescente nazionalismo e la violenza che affliggono il paese, con conseguenze globali.
Un grande uomo politico israeliano che è stato presidente del Parlamento muove una critica radicale e sofferta al Sionismo, all’identità nazionale, all’immedesimazione problematica tra Stato e religione.


di Amira Hass
Fusi Orari editore
Pagine 240 - € 15,00 - data pubblicazione: 2005


Amira Hass è una giornalista israeliana. Vive a Ramallah, in Cisgiordania, scrive per il quotidiano Ha'aretz e tiene una rubrica per il settimanale italiano Internazionale. È autrice di Drinking the sea at Gaza. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, il World Press Freedom Award 1999, la Colomba d'Oro per la pace 2001, il Premio Unesco/Guillermo Cano per la libertà di stampa nel mondo 2003 e il premio dell'Anna Lindh Memorial Fund 2004.
Dopo avere vissuto nella Striscia di Gaza, nel 1997 Amira Hass si è trasferita a Ramallah, dove ha assistito allo scoppio della seconda intifada. Le sue lucide corrispondenze per Internazionale, raccolte integralmente in questo volume, descrivono la militarizzazione della rivolta palestinese e l'inasprimento dell'occupazione israeliana. E non risparmiano nessuno: i reticenti portavoce dell'esercito, gli estremisti delle due parti, i dirigenti dell'Autorità Palestinese corrotti e inetti, i giovani kamikaze. Il volume è integrato da alcune cartine e da tre interventi analitici che offrono un'originale chiave di lettura del conflitto in Medio Oriente.


Sharon e mia suocera. Diari di guerra da Ramallah, Palestina
 

di Suad Amiry
Feltrinelli editore
Pagine 135 - € 18,50 - data pubblicazione: 2003



Una donna palestinese, colta, intelligente e spiritosa, tiene un 'diario di guerra'. Gli israeliani sparano ma, nella forzata reclusione fra le pareti domestiche, 'spara' anche la madre del marito, una suocera proverbiale. In un pugno di pagine scoppiettanti di humour e di vetriolica lucidità politica e sentimentale, i colpi bassi di Sharon e del suo governo finiscono così per fare tutt'uno con le idiosincrasie della suocera petulante con la quale l'autrice si trova a trascorrere, in un involontario tete-à-tete, il tempo dell'assedio. Sconveniente e sofisticata quanto basta per increspare le acque della correttezza politica e per evitare il tormentone retorico che vorrebbe vittime e oppressori sempre assegnati a campi rigorosamente separati, con "Sharon e mia suocera" Suad Amiry fa emergere un quadro lieve, surreale e ad altissima definizione dei guasti di una vita offesa.



Se questa è vita. Dalla Palestina in tempo di occupazione
 
di Suad Amiry
Feltrinelli editore
Pagine 149 - € 12,00 - data pubblicazione: 2005


"Mi chiedo quale sarebbe stata la tua reazione se fossi vissuto sotto occupazione tutti gli anni che ci ho vissuto io, o se i tuoi diritti di consumatore, come tutti i tuoi altri diritti, fossero violati giorno e notte, se gli ulivi nei campi di tuo nonno venissero sradicati, se il tuo villaggio fosse stato spianato con un bulldozer, o la tua casa demolita... Suad Amiry continua, dopo l'esordio di Sharon e mia suocera, l'irresistibile diario di guerra e di vita quotidiana dai Territori occupati. Con humour indiavolato e un'ormai piena e affilata sapienza narrativa, Suad Amiry ci conduce da una stazione all'altra del calvario palestinese, facendoci piangere, ridere, sdegnare, riflettere, connettere, ricordare. Portandoci, con tono lieve e un lucido mix di commedia e tragedia, a scoprire i piccoli e grandi contrattempi del vivere nel devastato scenario mediorientale. Al centro del suo affresco narrativo c'è, ancora una volta, Umm Salim, l'ingombrante e svagata suocera ultranovantenne, che resiste alla brutalità dell'occupazione militare irrigidendosi su abitudini da tempi di pace, orari, buone maniere. Attorno a lei un balletto indiavolato di vicini di casa, parenti, amici, funzionari israeliani, spie e collaboratori, cani, muri in costruzione, paesaggi splendidi e violati, checkpoint e soldati. Lettura imperdibile per chiunque voglia orientarsi nel disordinato mondo contemporaneo e non sia disposto a dimenticare che la grande storia è pur sempre fatta di donne e uomini in carne e ossa, il nuovo libro di Suad Amiry si candida a fare da bussola ai tanti Gulliver stanchi di guerra del terzo millennio.
di Suad Amiry
Feltrinelli editore
Pagine 174 - € 13,00 - data pubblicazione: 2007


Al ristorante Dama, a Ramallah, si riunisce periodicamente un gruppo di donne accomunate da due elementi: la menopausa e il legame, per nascita o elezione, con la Palestina. Intorno al tavolo, sul quale si succedono le prelibatezze assemblate nella cucina del galante Usamah, si intrecciano le storie privatissime di Ola, Jamileh, Lena, Rana e delle loro amiche: ognuna parla di sé con sincerità ed emozione, sullo sfondo più ampio delle tormentate vicende politiche e sociali del Medio Oriente, dal nazionalismo di Abdul Nasser alla vittoria di Hamas, passando per la guerra del '67, la questione libanese e Arafat. L'amore, la guerra, la famiglia, la politica, il sesso, la vita e la morte sono alcuni dei grandi temi sui quali le commensali si confrontano - a volte con ironia, a volte con accenti più sofferti - rivelando sogni e aspirazioni, fragilità e ferite mai del tutto sanate, delusioni, speranze e segreti.

Murad Murad
 

di Suad Amiry
Feltrinelli editore
Pagine 172 - € 14,50 - data pubblicazione: 2009


Diciotto ore. Diciotto ore con Suad Amiry e con i lavoratori della Cisgiordania, che ogni giorno sfidano check-point ed esercito per entrare in Israele alla ricerca di un lavoro sottopagato. Suad Amiry raggiunge nottetempo un villaggio vicino a Ramallah e con la collaborazione di Murad e della sua famiglia si traveste da uomo. Da qui parte il suo viaggio, un viaggio che inizia alle due e mezzo del mattino e che la costringe a camminare per ore tra gli ulivi che costeggiano la strada che conduce in Israele. Il rischio di essere scoperta è altissimo, le conseguenze potenzialmente letali. Con lei ci sono i lavoratori palestinesi che ogni notte tentano di non farsi arrestare dai soldati israeliani, di evitare una diffida che sancisce una "carcerazione preventiva", o persino una pallottola sparata da qualche cecchino nascosto tra gli alberi. Per lo più sono obbligati a desistere e a tornare a casa a mani vuote, stanchi, affranti, umiliati. Dopo una marcia sulle colline, Suad e una parte del gruppo devono nascondersi e aspettare che i soldati, allo spuntare del giorno, abbandonino le loro postazioni. Riescono infine a superare il muro e a mettere piede in Israele, ma è tardi, il lavoro non c'è più. Si confondono con i civili israeliani e salgono su un autobus che li porta prima a Tel Aviv e da lì a Gerusalemme. Davanti a loro un paesaggio non ignoto ma visto forse per la prima volta con occhi diversi: tutto quello che era stato "palestinese" non c'è più.



di Ilan Pappe
Fazi editore
Pagine 364 - € 19,00 - data pubblicazione: 2008


Storia dei vinti, i Palestinesi, raccontata da uno storico israeliano che ha scelto di non vivere più in Israele.
Nel 1948 nacque lo Stato d’Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba (‘catastrofe’), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell’anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d’accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convince i palestinesi ad abbandonare i territori – nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere – pur di facilitare l’ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele.
Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1988) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d’Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina. Ciò comporta, secondo l’autore, enormi implicazioni di natura morale e politica, perché definire pulizia etnica quello che Israele fece nel ’48 significa accusare lo Stato d’Israele di un crimine. E nel linguaggio giuridico internazionale, la pulizia etnica è un crimine contro l’umanità. Per questo, secondo Pappe, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”.



di Ilan Pappe
Nottetempo editore - Collana Isassi
Pagine 36 - € 2,55 - data pubblicazione: 2011

"Benché la storia della Palestina, dai suoi inizi fino a oggi, non sia stata altro che una storia di mero colonialismo ed espropriazione, il mondo la tratta invece come una storia 'complessa', difficile da capire e impossibile da risolvere".






di Noam Chomsky e Ilan Pappe
Ponte alle Grazie editore
Pagine 364 - € 16,89 - data pubblicazione: 2010

Due fra i più attrezzati e acuti critici della politica israeliana in Palestina, lo storico israeliano Ilan Pappé e il linguista statunitense Noam Chomsky, uniscono gli sforzi con l'obiettivo di destare un numero sempre più ampio di coscienze ma anche di offrire spunti di riflessione e nuove conoscenze al lettore più esperto. Non solo è ricostruita criticamente la storia del conflitto, il cui episodio chiave - la Nakba del 1948 - viene reinterpretato da Pappé come un vero e proprio caso di pulizia etnica, ma si leggono con strumenti e argomenti irreperibili sui nostri media la natura e le conseguenze degli attacchi a Gaza del 2008 e 2009 e dell'assalto alla "Flottiglia della Libertà" del 2010; si discute il ruolo che hanno sempre svolto gli Stati Uniti, anche oggi sotto l'amministrazione di Obama, nell'avallare l'illegale politica israeliana di colonizzazione dei territori occupati; si prospettano i vari scenari di pace, a partire dalla proposta di un unico Stato binazionale avanzata fra gli altri da Pappé e, più prudentemente, dallo stesso Chomsky. Il conflitto arabo-israeliano è una miccia accesa nel cuore del Mediterraneo e coinvolge i destini del mondo. Per questo, "Ultima fermata Gaza" è un libro per chiunque voglia esserne informato e desideri una sua pacifica ed efficace soluzione.

Controcorrente - La lotta per la libertà accademica

di Ilan Pappe Zambon editore
Pagine 364 - € 10,00 - data pubblicazione: 2012

Controcorrente è un saggio autobiografico che permette di conoscere come e perché un
giovane israeliano sionista di sinistra, inizia e prosegue, pagandone un prezzo assai alto, un
percorso di fuoriuscita dall’ideologia egemone nel suo paese.


Saggi - autori italiani

Voglia di normalità


Finestre di resistenza non violenta palestinese

di Betta Tusset e Nandino Capovilla

Libro + DVD € 18,00 - Data pubblicazione 2012
Per i palestinesi che vivono nei Territori Occupati, a Gaza e in Israele, la casa rappresenta il luogo simbolo delle sofferenze e delle ingiustizie, ma anche della voglia di riscatto e di normalità. Per questo gli autori hanno dedicato queste pagine alle case palestinesi o, meglio, ai loro abitanti, ai loro modi di resistere perseguendo per se stessi e per i loro figli tutte quelle modalità che consentono di continuare a vivere come se ogni giornata fosse normale, quando ormai nulla, nella quotidianità delle famiglie palestinesi, assomiglia alle situazioni che gli occidentali considerano quantomeno «ordinarie». Le famiglie con cui i due autori sono entrati in contatto hanno offerto loro l’occasione di condividere un momento di intimità domestica: quei gesti consueti che rendono unica la quotidianità della loro vita sotto assedio. Tali spunti di resistenza domestica – vere e proprie «finestre» sul modo creativo di affrontare il dramma dell’occupazione – fotografano l’attimo, il presente dell’azione che ribalta la logica dell’oppresso e fissa in un istante l’immagine che dona speranza, certezza del cambiamento possibile.
Punti forti
La Presentazione di Filippo Landi, giornalista, corrispondente Rai da Gerusalemme.
I due autori hanno parlato personalmente con le famiglie palestinesi, della cui esperienza quotidiana offrono quindi una testimonianza diretta.
Il DVD, che costituisce un «valore aggiunto» al libro.

Via crucis in Terra Santa. Dalla croce alla pace

di Nandino Capovilla e Betta Tusset
Paoline Editoriale Libri - Collana Libroteca Paoline
€ 11,00 - data pubblicazione: 2010

Si tratta di una Via crucis particolare, poiché propone di meditare sulla croce come veicolo di pace, specialmente in Terra Santa.
La croce è annuncio, denuncia, rinuncia: queste le parole chiave che scandiscono le meditazioni di ogni singola stazione.
Annuncio di debolezza, ma non di viltà; di mitezza, ma non di rinuncia a rivendicare il proprio posto nel mondo.
Denuncia della sofferenza degli innocenti, soprattutto per le ingiustizie e le violenze che tuttora tormentano la Terra Santa.
Rinuncia a tutti gli idoli, personali e collettivi, per approdare al servizio e all’impegno, alla presa in carico delle situazioni di disagio e ingiustizia che, nei Luoghi Santi, affliggono specialmente il popolo palestinese.

Ogni stazione della Via crucis è accompagnata da una foto in bianco e nero del fotografo Giovanni Sacchetti.


di Nandino Capovilla
Paoline Editoriale Libri - Collana Libroteca Paoline
€ 13,00 - data pubblicazione: 2009

In queste pagine, don Nandino Capovilla intervista Abuna Manuel Musallam, parroco palestinese della Chiesa Cattolica a Gaza, incarico che ha lasciato solo qualche mese fa. L'intervista permette di conoscere molti aspetti della vita a Gaza sia prima dell'attacco israeliano del 27 dicembre 2008 (denominato "Operazione Piombo Fuso") sia, soprattutto, dopo.








di Nandino Capovilla e Betta Tusset
Paoline Editoriale Libri - Collana Libroteca Paoline
€ 13,00 - data pubblicazione: 2007

Le bocche scucite indicate dal titolo coraggioso e emblematico, sono quelle di donne, uomini, giovani, anziani e bambini che denunciano e raccontano, più con rassegnazione umiliante e umiliata che con rabbia, la loro storia di dolori, violenze, ingiustizie che ormai da cinquant'anni la popolazione dei Territori Occupati subisce tra l'indifferenza del mondo. Sono storie di famiglie palestinesi, espropriate ingiustamente delle loro case e della loro terra, che chiedono di poter continuare a vivere, a far crescere i loro figli, a coltivare la loro terra, eredità dei padri che da secoli hanno abitato quel lembo di terra, diventato paradossalmente l'epicentro di tutte le guerre. Uomini e donne che alzano la loro voce per dire il loro desiderio di pace, di serenità, di normalità, il desiderio si esistere come individui, come popolo, mentre il mondo li definisce sbrigativamente terroristi e sottosviluppati. Sono anche le voci di ebrei che subiscono con dolore scelte politiche non condivise. I 10 capitoli del libro riportano le testimonianze in prima persona delle persone incontrate e, in corsivo, la risonanza degli autori. La Presentazione è del Coordinatore nazionale di Pax Christi. Alla fine del libro, a mo' di appendice, è riportato un elenco di siti dove approfondire e seguire in diretta gli eventi legati alla "questione palestinese".

Alle radici degli ulivi (con il Figlio dell’Uomo)


di Mario Pavan
Editrice Veneta
Pagine 80 - € 10,00 - data pubblicazione: 2009


Non si può racchiudere in poche righe l’emozione che suscita le lettura di questo piccolo grande libro, scritto da Mario Pavan, autore particolarmente caro a chi legge Realtà Vicentina, e dedicato alla Palestina, ai suoi territori e alla sua gente.
Scritto al termine di un breve soggiorno “sul posto” e arricchito dunque di suggestive immagini fotografiche, il libro è però quanto di più lontano si possa immaginare dal “reportage”. E’ piuttosto uno zibaldone, come spiega lo stesso Pavan nelle prime pagine, un insieme di poesie, descrizioni e riflessioni.
Pavan scrive appunti di un viaggio vero, con impressioni forti, l’impatto dei colori, dei sapori, degli odori, le facce sempre diverse delle persone, e nello stesso tempo racconta un viaggio dell’anima, un’ammissione di debolezza, una riflessione sulle radici della nostra Fede, della quale troppo spesso di ricordiamo quando ci fa comodo, noi gente privilegiata che troppo spesso tende a guardarsi vivere.
Non c’è nulla di freddo e documentaristico, nulla di preconfezionato o di scontato. Ogni riga è raccontata e vissuta con una partecipazione e una sofferenza che, al di là di quelle che possono essere le idee personali sul conflitto che da troppi anni martirizza la Palestina, sono troppo sincere per non commuovere e coinvolgere. Il ricavato dalle vendite verrà in parte devoluto ad un progetto per la Palestina.


Segui le donne. Da Beirut alla Palestina, pedalando per la pace
 
 
di Cecilia Gentile
Ediciclo editore
Pagine 124 - € 13,00 - data pubblicazione: 2009

Il secondo libro della giornalista di “La Repubblica” Cecilia Gentile. Un reportage sull’impresa di “Follow the Women” coordinata dalla candidata al Premio Nobel Detta Regan. L’autrice, giornalista de La repubblica, racconta questa sua esperienza particolare.
I cedri del Libano, i tramonti infuocati sul Mar Morto, le alture del Golan spazzate dal vento, le macchie gialle delle ginestre in fiore. E poi l'antichissima moschea di Damasco, i suk, gli spazi infiniti degli altopiani siriani. Ma anche i Territori occupati della Palestina, il muro di separazione, i check point. Duecentocinquanta donne di 28 paesi del mondo pedalano dentro questo caleidoscopio di civiltà e contraddizioni. Una carovana di pace che vuole provare a unire invece che a dividere, cercando il contatto con le donne del territorio, donne velate, donne sofferenti, donne emancipate, per costruire con loro, in una solidarietà tutta femminile, un nuovo percorso di pace.

Hamas

di Paola Caridi
Feltrinelli editore
Pagine 288 - € 15,00 - data pubblicazione: 2009

Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché un movimento islamista ha guadagnato così tanto consenso all’interno di una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? E perché non si è sciolto come neve al sole quando tutta la comunità occidentale ha deciso di isolarlo dal resto del mondo? Un’indagine di prima mano tra cronaca, interviste e storia sulla Striscia di Gaza e sulle ragioni del consenso di massa ad Hamas da parte dei palestinesi.

Nata nel 1987 come movimento di resistenza all’occupazione israeliana, Hamas è passata attraverso il terrorismo e gli attentati suicidi, ha sfidato l’autorità di Yasser Arafat, è sopravvissuta all’eliminazione fisica di gran parte dei suoi dirigenti. Nel 2006 è arrivata al governo dell’ANP, democraticamente eletta dalla maggioranza dei palestinesi.
Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché un movimento islamista ha guadagnato così tanto consenso all’interno di una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? E perché non si è sciolto come neve al sole quando tutta la comunità occidentale ha deciso di isolarlo dal resto del mondo? Gli eventi hanno dimostrato che l’islam politico palestinese non può essere considerato un fenomeno passeggero, né il prodotto di una sola causa: sia essa la nascita di Israele, l’occupazione o la mancanza di uno Stato palestinese. Chiedersi perché significa anche dare risposta a quello che la cronaca registra negli ultimi anni: la divisione tra i palestinesi, la vita disperata di Gaza, l’assenza di prospettive di pace a breve termine tra israeliani e palestinesi.

Il libro di Paola Caridi scrive la storia di Hamas usando fonti a metà tra la cronaca e l’archivio. Fa vedere i luoghi e fa parlare i protagonisti. E cerca di svelare per la prima volta alcuni tratti sconosciuti di un movimento che per alcuni versi è ancora clandestino o che in clandestinità, negli ultimi anni, è in parte tornato. C’è il volto conosciuto del terrorismo. C’è quello molto meno noto del welfare, istituito ben prima che Hamas nascesse nelle strutture socioreligiose dei Fratelli musulmani palestinesi. C’è l’organizzazione politica, strutturata in modo simile ai partiti di massa europei. E poi ci sono i militanti, i leader, i sostenitori silenziosi e quei tanti palestinesi che hanno votato Hamas senza condividerne l’ideologia. Altrettante tessere che poste l’una accanto all’altra formano un quadro molto più complesso di quello che sinora la pubblicistica ha descritto.

Mossad, base Italia
 
di Eric Salerno
Il Saggiatore editore.
Pagine 294 - € 19,00 - data pubblicazione: 2009

Roma, via Veneto, la spia è tornata a casa. È tornata là dove tutto è cominciato. Tra volute di fumo e poltrone in velluto una voce autentica evoca per la prima volta nomi, date e luoghi. Ma con calma, con metodo, perché emerga limpido il mosaico della nascita e dello sviluppo di una grande organizzazione, il Mossad. Dall’incontro con lo 007 Mike Harari, Eric Salerno comincia a tessere una delle storie più incredibili e meno raccontate dello spionaggio internazionale: l’attività italiana dei servizi segreti israeliani. Per oltre sessant’anni gli agenti di Tel Aviv hanno costruito, ideato e condotto le loro azioni facendo base tra Roma e Milano, complici i governi e i «servizi» del nostro paese. Dall’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto al traffico internazionale di armi, dal sabotaggio della motonave Lino alle azioni armate contro le industrie italiane che rifornivano gli arabi. E poi, il rapimento Vanunu, passando per il misterioso disastro aereo di Argo 16, l’assassinio dell’intellettuale palestinese Wael Zwaiter, ordinato da Golda Meir per vendicare la strage di Monaco, e il caso Moro. Mossad base Italia ci regala un affresco inquietante e affascinante basato su documenti, testimonianze e un minuzioso lavoro giornalistico. Misteri irrisolti e storie personali si intrecciano come in un romanzo. Le azioni, gli intrighi, le verità nascoste.
Nel 1945, lo stato di Israele non era ancora sorto. Per la sua posizione geografica nel Mediterraneo. l'Italia era il luogo ideale scelto dai fondatori del Mossad, - il leggendario Yehuda Arazi, meglio noto col nome in codice "Alon", impersonato nel film Exodus da Paul Newman, e Mike Harari, l'uomo che ha accettato di svelare all'autore di questo libro i segreti della sua vita di spia - per impiantare la loro rete e diventare così il principale luogo di smistamento dell'immigrazione clandestina di ebrei europei e la base di transito dei militanti delle organizzazioni terroristiche ebraiche. Oltre a quello geografico, il Mossad potè godere in Italia di un altro fattore decisivo: il beneplacito delle autorità politiche, disposte a "chiudere un occhio, e possibilmente due" dinanzi alle operazioni clandestine, che permisero all'esercito israeliano, in pochi anni, di superare la capacità militare di tutti gli eserciti arabi messi insieme. A Roma il quadrilatero intorno a via Veneto sembrava un quartiere della Casablanca di Bogart, pullulante di spie e di agenti segreti con licenza di uccidere: personaggi reali fatti rivivere da Eric Salerno attraverso i ricordi di Mike Harari, che per la prima volta abbandona i suoi nomi in codice e viene allo scoperto.
Eric Salerno giornalista, inviato speciale, esperto di questioni africane e mediorientali, vive tra Roma, Melbourne e Gerusalemme, dove, da oltre vent’anni, è corrispondente del quotidiano romano Il Messaggero. Tra le sue pubblicazioni: Guida al Sahara (SugarCo, 1973), Fantasmi sul Nilo (SugarCo, 1975), Rossi a Manhattan (Quiritta, 2001), Israele, la guerra dalla finestra (Editori Riuniti, 2002), Genocidio in Libia (Manifestolibri, 2005), Mosè a Timbuctu (Manifestolibri, 2006), Uccideteli tutti (il Saggiatore, 2008).

Muri, lacrime e za'tar. Storie di vita e voci dalla terra di Palestina
di Giancarlo Solera 
Nuova dimensione editore
Pagine 448 - € 18,00 - data pubblicazione: 2007
Muri, lacrime e za'tar è il viaggio di un pellegrino che ha evitato i tour organizzati per scoprire luoghi e persone della Terra Santa. Riunisce in sé l'anima politica e quella spirituale di un'indagine sulla gente che, trovatasi prigioniera dell'ultima ideologia etno-coloniale, resiste affidandosi alla forza travolgente della vita e a certe piccole cose, come lo za'tar (il timo) nell'olio d'oliva, in cui si intinge il pane casereccio. In tempi nei quali si sta cercando di cancellare l'identità della Palestina dalle cartografie, l'autore registra segni e parole, e documenta sia la sofferenza palestinese che le conseguenze sociali e umane dell'occupazione sugli israeliani. Attraverso associazioni della vivace società civile, incontrando politici, rifugiati e professori, vescovi e patriarchi, resistenti e gente comune, si ricostruisce tassello dopo l'altro il quadro di una terra confusa e spaccata. Nel libro possiamo ascoltare la testimonianza di un intransigente colono di Qiryat Arba che descrive Hebron da entrambi i lati; o farci condurre per mano da un rabbino tra i beduini che vivono nelle baracche alla periferia degli eleganti insediamenti israeliani a Est di Gerusalemme. Tra i Muri ci sono sempre delle fessure, e le persone di buona volontà o quelli che disperatamente cercano di vivere con dignità sanno incontrarle. E passarci attraverso.

Israele-Palestina. Il conflitto irrisolto 

di Maurizio Scaini

Unicopli editore
Pagine 348 - € 19,00 - data pubblicazione: 2002

Il testo cerca di rispondere agli interrogativi più comuni e urgenti relativi a ciò che viene comunemente definita "questione palestinese". La prima parte ripercorre le principali vicende storiche dalla nascita del movimento sionista alla fine dell'Ottocento, attraverso i conflitti arabo-palestinesi fino all'invasione del Libano. La seconda parte considera alcuni problemi fondamentali della società medio orientale e le loro conseguenze sul processo di pace: il problema demografico, la struttura economica, le risorse strategiche, gli armamenti e gli equilibri strategici della regione.


Romanzi e racconti

Feisal 

di Andrea Onori

pagine - € 14,50 - Data di pubblicazione 2011

Ed. Booksprint - disponibile anche in ebook

La guerra ti entra dentro, ti spoglia di sentimenti e governa il tuo corpo. Tu sei lì. Fermo, e non capisci più nulla. Lasci guidare la tua anima da un conflitto eterno e impassibile attendi l’alba che prima o poi dovrà arrivare. Speri in un futuro migliore. Abbandoni la tua terra desiderando che nel mondo ci sia posto per te e per la tua dignità. Invece, ti ritrovi rinchiuso in un centro di identificazione ed espulsione senza sapere neanche il perché. La Storia di Feisal è la storia di molti bambini e adolescenti costretti a vivere all’interno di campi profughi per colpa di un beffardo destino e obbligati a emigrare dalla propria terra in cerca di un futuro migliore. Nonostante tutto, Feisal con la sua fantasia riesce a volare in alto. Costruisce la sua libertà guardando i gabbiani che volteggiano nel cielo, le onde che si scagliano sulle rocce affioranti e il mare azzurro che lentamente finisce per morire sulla sabbia bollente. Iniziò a odiare il mare, nel momento in cui conobbe l’altra faccia della medaglia. Quell’azzurro splendente, aveva lo stesso colore, lo stesso odore, ma da un giorno all’altro si tramutò in un incubo. A causa di eventi catastrofici, decise di intraprendere un viaggio, quello della speranza. Ore ed ore sotto il sole, giorni e giorni dentro container e altri giorni ancora in mezzo al mar mediterraneo. Feisal racconta la sua storia fatta di violenza e dolori continui, ma anche d’amore. Di sentimenti forti tra Feisal e la sua terra, il suo mare, la sua gente e il mondo che lo circonda.


di Miriam Marino

Festa di rovinePagine 152 - € 12,00 - Data di pubblicazione 2012 

Un libro di racconti che mette in rilievo soprattutto la sofferenza dei
bambini, quelli palestinesi nel corso della Seconda Intifada e della feroce
repressione israeliana nei primi anni 2000, e quelli iracheni nella
Baghdad dell'occupazione americana del 2001. Bambini e giovanissimi
travolti dal terrorismo e dalla guerra, vite spezzate e famiglie distrutte.
"Inizia con un elenco di nomi questa raccolta di racconti brevi di Miriam Marino - scrive nella Prefazione Patrizia Cecconi, presidente della Mezzaluna Rossa Palestinese - Un elenco lungo e tuttavia incompleto, anzi molto lontano dal numero reale. E' l'elenco dei bambini uccisi "per caso" in due anni. Per caso, non in guerra, non in conflitti a fuoco. Uccisi da assassini impuniti di uno stato impunito che non rispetta nulla, assolutamente nulla e nessuno che si frapponga, anche solo "esistendo", al suo progetto espansionista".

Il giardino degli ulivi 

Storia di una famiglia palestinese


di Deborah Rohan

Cairo Publishing - € 19,00 - Data pubblicazione 2011


Akka, Palestina, 1913. È dal XVI secolo che la Galilea è oppressa dalla dominazione turca, ma per il popolo palestinese sembra essere giunto il tempo del riscatto. Per lottare dall’interno Kamel Moghrabi, che appartiene a una famiglia di possidenti, si arruola nell’esercito ottomano, ma viene smascherato; la prigionia lo riduce in fin di vita. Tuttavia, nel 1917, l’arrivo degli inglesi riaccende la speranza. Il giovane Kamel dà tutto se stesso per far tornare a prosperare i suoi uliveti, e i risultati non tardano: costruisce una grande casa, estende i suoi poderi e ottiene la mano dell’amata Haniya, futura madre dei suoi nove figli. Ma per Kamel e la sua gente non è previsto un lieto fine. Gli inglesi non intendono restituire l’indipendenza alla Palestina, e anzi vi fanno entrare migliaia di immigrati ebrei. Già negli anni Trenta la situazione è insostenibile – è la stagione delle rivolte arabe, stagione di morti e distruzioni. Dopo, proprio mentre ovunque si festeggia la fine della Seconda guerra mondiale, è addirittura la rovina: perché la nascita dello Stato d’Israele deve coincidere con la condanna dei Moghrabi all’apolidia? “Il giardino degli ulivi” è una coinvolgente storia d’amore, una commovente saga familiare, un capitolo di storia ben documentato e un’attenta ricostruzione della cultura palestinese. Deborah Rohan non ci chiede di prendere posizione, ma ci mostra l’umanità, l’amore e la passione di una famiglia che ha amato la propria terra, la propria casa e la gente. È un libro potente.

Ogni mattina a Jenin

 di Susan Abulhawa 

Pagine 320 - € 17,00 -Data pubblicazione 2011

Editore Feltrinelli Collana I Narratori

Susan Abulhawa ha scritto un romanzo che tocca il cuore, un Cacciatore di aquiloni palestinese: di vibrante realismo e inesorabilmente diretto alla verità, racconta con pacatezza e sensibilità la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”. È la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abuleja, a raccontarci l’abbandono della casa ancestrale di Ein Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin, e la tragedia dei suoi fratelli che si ritrovano a combattere su fronti opposti. Amal ci racconta la sua di storia, l’infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il bisogno di condividere tutto quello che ha vissuto con sua figlia, il suo amore più grande. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell’arco di quasi sessant’anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro: la tragedia dell’esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, da rifugiati che vivono “sospesi” in attesa di una svolta. Susan Abulhawa non cerca i colpevoli tra gli israeliani, che anzi guarda con empatia, rispetto e consapevolezza, perché sa chi sono i veri artefici di quella sofferenza umana, racconta invece la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all’amore.


Il poeta di Gaza



Vincitore del Grand Prix de Littérature Policière 2011

Pagine 176 - € 14,00 - data pubblicazione: 2012

Edizioni E/O (collana Originals)

Un giovane ufficiale dei servizi segreti israeliani del ramo antiterrorismo ottiene un incarico differente dal solito: fingendo di essere un aspirante romanziere deve avvicinare l’affascinante e scrittrice Daphna. La donna è israeliana ma per qualche motivo i servizi segreti vogliono usarla per avvicinare il suo amico Hani, conosciutissimo poeta palestinese. L’innominato protagonista è in crisi, non sa più cosa è giusto e cosa è sbagliato nel suo lavoro, e questo si ripercuote violentemente nel rapporto con la moglie e con il suo bambino. Anche la famiglia di Daphna è in crisi a causa dei problemi del figlio tossicodipendente inseguito da un trafficante di Tel Aviv. Solo Hani pare trovare conforto nel rapporto con i figli (vero obiettivo dei servizi segreti) allevati secondo l’educazione palestinese tradizionale.

Man mano che il protagonista penetra nelle vite di Daphna e Hani, i due fanno riemergere in lui sentimenti soffocati da anni di attentati, interrogatori muscolari e torture, facendo vacillare le sue certezze. Malgrado ciò porta avanti la sua missione obbligato dal senso del dovere e dai suoi solidi riflessi da soldato. Ma per quanto ancora potrà resistere? Un libro stupendo sulle contraddizioni dell’Israele di oggi, dei rapporti tra i vari settori della società, sul vivere sempre sotto pressione in un Paese in guerra e su come ciò influenzi l’etica pubblica e personale.

Una primavera di fuoco

di Sahar Khalifah
Pagine 336 - € 14,50 - data pubblicazione: 2008
Giunti editore - Collana Giunti Blu 
Nella primavera del 2002, al tempo della seconda Intifada, il libraio e giornalista Fadel al-Qassam vive con la famiglia nel campo profughi di Ein al-Murgian, vicino a Nablus. Devoto alla causa palestinese, l'uomo si scontra spesso con i due figli: il primogenito Magid che vive per la muisica e sogna il successo all'estero, e Ahmad, un sensibile adolescente appassionato di pittura e fotografia. Una cotta per Mira, figlia di coloni in un insediamento israeliano, trascina Ahmad in una disavventura che lo porterà dapprima in carcere e poi su posizioni sempre più radicali, mentre Magid passa dapprima alla guerriglia e viene poi reclutato fra le guardie di Arafat. Culmine drammatico del romanzo è l'assedio alla Musqata'a, sede dell'Autorità palestinese a Ramallah, da parte dell'esercito israeliano, con la prigionia di Arafat e la costruzione del Muro fra territori palestinesi e colonie israeliane. Le storie individuali dei giovani protagonisti si innestano così in una dura realtà fatta di guerra, tradimenti politici, quotidiani eroismi, e soprattutto di brucianti contraddizioni che Sahar Khalifah mette in luce: la questione femminile fra protagonismo e osservanza delle tradizioni, la mortale scelta fra terrorismo e martirio, la crescita del fondamentalismo religioso, la rovina economica e la corruzione che scavano conflitti all'interno della società palestinese.

di Kanafani Ghassan
Sellerio editore - Collana La memoria
Pagine 124 - € 9,00 - data pubblicazione: 1991

Intenso, doloroso romanzo di un autore che sarebbe potuto diventare un grande scrittore se non fosse stato assassinato dal Mossad in Libano nel 1972 a 36 anni
Ghassan Kanafani (morto giovane, in un attentato, nel 1972), fu scrittore - tra i più significativi della letteratura araba - giunto all'impegno attivo nella lotta del suo popolo dopo i primi libri, e dopo l'attività giornalistica: giunto, si può dire - usando una espressione vecchia ma che si attaglia alla questione palestinese per la quale vale come criterio l'odiosa coppia amico/nemico meglio di ogni altro giudizio -, alla critica delle armi passando dalle armi della critica. Sono dunque pietre le sue parole, e nella loro scabra durezza ritorna il dolore per la terra perduta, la sofferenza dei profughi, la speranza. Ma senza la rozzezza semplice dei nazionalismi (per cui Kanafani è, come dice Vincenzo Consolo presentandolo in questo libro, «prima di essere il palestinese di Acri, scrittore di prim'ordine»), semmai cercando, al fondo delle immediate contrapposizioni, l'inquietudine che nasce dall'osservare il cuore innocente della sofferenza, la sorte di chi non ha nessun riparo. Così la vicenda dei tre uomini sotto il sole - che fuggono dai campi profughi verso il ricco Kuwait e trovano una delle sorti comuni ai molti senza riparo in questo mondo - racconta dell'inferno che si trova subito dietro l'angolo dell'Occidente.


di Kanafani Ghassan
Editori Lavoro
Pagine XV-62 - € 8,00 - data pubblicazione: 2003

Poeta, scrittore, saggista palestinese, Kanafani racconta due diaspore: quella palestinese e quella ebraica, accomunate da un unico, tragico destino. Said, palestinese di Haifa, torna con la moglie, dopo vent'anni di esilio, nella sua città natale per rivedere fugacemente i luoghi amati e la casa, ora abitata da una famiglia di ebrei polacchi scampati ad Auschwitz, e per cercare il figlio, abbandonato durante la repentina e tragica fuga. Con grande umanità e forza emotiva, Ghassan Kanafani ci accompagna in questo viaggio nel presente e nel passato, dove riaffiorano da entrambe le parti il disagio e la tristezza della situazione, in un groviglio di sentimenti e passioni umane.

I pozzi di Betlemme

di Giabra Ibrahim G.
Editore Jouvence - Collana Narratori arabi contemporanei
Pagine 220 - € 15,00 - data pubblicazione: 1997

Libro dolce ed accattivante che racconta una Palestina che non c’è più.
Ricordo autobiografico dello scrittore che racconta di se stesso bambino e giovanetto: e insieme, dei luoghi, della gente in mezzo cui è vissuto e cresciuto, povero ma vivo, intelligente e birichino; sullo sfondo di una Palestina che non che più e in cui arabi ed ebrei vivevano insieme. Un libro dolce ed cattivante













di Elias Khouri
Pagine 495 - € 19,50 - data pubblicazione: 2004
Einaudi editore

Narrazione epica e corale del grande romanziere libanese.

Un giovane medico al capezzale del suo padre spirituale, ormai in fin di vita. Di fronte alle finestre dell'ospedale si distende il campo profughi di Shatila, in Libano. Il vecchio militante in coma sognava di scrivere una storia senza inizio né fine, la storia del popolo palestinese. Una storia che ora, in una sorta di terapia, gli viene raccontata dal suo discepolo: la guerra civile in Libano, gli episodi significativi della sua vita e gli itinerari di un pugno di uomini e donne accerchiati dalla storia, a partire dall'espulsione dalla Galilea nel 1948. Attraverso il furore affabulante messo in atto per rianimare un corpo allo stato vegetativo, il narratore dà vita a un intero popolo, al suo esodo, a cinquant'anni di guerre.

Per i più giovani


di Valérie Zenatti
Giunti editore (collana Extra
Pagine 160 - € 9,00 - data pubblicazione: 2009

Il conflitto vissuto e narrato da adolescenti.
Una giornata qualsiasi a Gerusalemme. Un attentato: un kamikaze in un caffè, sei morti, due giorni di telegiornali continui. Dopo una speranza di pace, la Città Santa sembra andare dritta all'inferno. Tal proprio non riesce ad accettare la situazione, ama troppo la sua città e la vita. Vorrebbe morire molto vecchia e saggia. Un giorno un'idea le illumina la mente: un messaggio in bottiglia potrebbe avvicinarla a una ragazza ''dell'altra parte'', in modo da superare, insieme, illusioni e disillusioni e cercare finalmente un'unità. Tal immagina già questa nuova amica, sogna di specchiarsi in lei. E intanto chiede al fratello di lasciare la bottiglia su una spiaggia di Gaza. Dentro, il suo indirizzo email e tante speranze. A inviarle una risposta è Gazaman, e non sembra certo un messaggio di pace.

di Jebreal Rula
Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli - Collana Narrativa)
Pagine 263 - € 6,24 - data pubblicazione: 2005

La storia di una ragazza palestinese a Gerusalemme: l’amore e la nostalgia per una terra dilaniata dal dolore in un racconto poetico che è anche un coraggioso messaggio di pace.
Miral è il nome di un fiore che cresce nel deserto dopo la pioggia. Il suo profumo è de­licato, ma il calore del sole lo rende giorno dopo giorno più intenso e inebriante. Miral è anche il nome di una ragazza palestinese fragile e coraggiosa, E' ancora una bambina quando viene accolta nel collegio fondato da Hind Husseini,una donna di straordinaria energia e forza, appartenente a una delle maggiori famiglie arabe di Gerusalemme, Dopo la tragica morte della madre di Miral e il coinvolgimento della zia in un attentato terroristico, il padre decide di cambiare il cognome delle figlie e di allontanarle dalla famiglia per evitare che la loro vita sia segnata per sempre da quelle vicende. Negli anni Miral cresce appassionandosi alla causa palestinese segue gli eventi che condurranno agli accordi di Oslo e partecipa alle manifestazioni, in una di queste perde la vita una compagna che lei stessa aveva convinto a scendere in piazza. E' l'incontro più drammatico con la violenza del conflitto che sta dilaniando la sua terra. Saranno l'esempio e il confronto con Hind ad allontanare Miral dalla tentazione dell’estremismo, tanto che, alla sua morte, la ragazza deciderà di lasciare il proprio paese: continuerà a combattere le sue battaglie, ma lo farà da lontano, da un esilio che accresce il dolore ma apre spiragli alla speranza e alla pace. Un emozionante storia di formazione, un intenso racconto con cui Rula Jebreal ci offre una testimonianza delle sue stesse esperienze attraverso lo sguardo appassionato di Miral. Un documento realistico e poetico delle aspirazioni dei giovani palestinesi, divisi come la loro terra tra il bisogno di lottare e il sogno di una pace mai raggiunta.
Rula Jebreal, araba palestinese con passaporto israeliano, è giornalista di La7. Vive a Roma con la figlia Miral.