23 dicembre 2017

Contributo per un progetto di ricerca a Gaza

In questi ultimi giorni l'Associazione Salaam Ragazzi dell'olivo - Vicenza ha fatto una donazione di mille euro a favore di un progetto gestito dal NWRG (New Weapons Research Group, un gruppo di lavoro composto da scienziati e medici), al quale collabora la genetista genovese Paola Manduca.

Ecco una lettera-messaggio di Paola, in questi giorni in partenza per Gaza (sempre che riesca ad entrare in quel territorio). Al suo ritorno speriamo possa venire a Vicenza per raccontarci la sua esperienza e descriverci la situazione di Gaza.

Care/cari,
Vi scrivo per rinnovare l'appello a sostenere il lavoro che come "NWRG"
e "Bambini per Gaza" (n.d.r. un gruppo di Genova che propone iniziative per aiutare la popolazione infantile di Gaza) sosteniamo, rispettivamente dal 2011 e 2012 a Gaza.

Non è un lavoro di charity nè di emergenza, ma consiste in progetti per lo sviluppo della salute e protezione della madre e dei bambini e di documentazione scientifica dei fattori che li mettono a rischio. Tra questi la contaminazione ambientale provocata dall'uso di armi e gli effetti conseguenti alla distruzione di infrastrutture (p.e. quelle di sanità ospedaliera e quelle civili come le fognature). Noi documentiamo non solo in modo narrativo, come per fortuna altri fanno, ma in modo scientifico questi effetti.


Inoltre ci interessiamo di sviluppare il training professionale all'estero di personale della sanità pubblica (molto difficile perchè gli Israeliani non lasciano uscire da Gaza medici ed infermieri ormai dal 2014) ma soprattutto lavoriamo a Gaza nel training di personale sanitario per la stabilizzazione della autonoma capacità di monitorare ed intervenire con vari approcci sulla salute riproduttiva.
Ci rendiamo conto che non è "fashionable" e non è lavoro che "tocca il cuore", ma certo tocca la intelligenza di chi capisce che non è affrontando solo l'emergenza, ma dando strumenti e speranze ai Gazawi che si mantiene una società vitale.
Questo lavoro ci ha continuamente causato diffamazioni, boicottaggio e anche denunce.
Dopo la guerra del 2014, nonostante e forse perchè siamo stati gli unici, in una cordata con la Università di Tampere e la Islamic Univeristy, a produrre dati che dimostrano la contaminazione delle donne e neonati da residui di armi e abbiamo documentato il parallelo l'aumento di più di 5 volte delle nascite premature (e conseguenti morti neonatali, come anche l'UNWRA conferma) abbiamo trovato crescenti difficoltà a "forare" l'indifferenza degli amici della Palestina ed a ottenere fondi per continuare il lavoro. Bisogna dire che molti di questi amici, più istituzionali, e che avrebbero potuto permettersi di sostenerci con fondi di ricerca, sono anche loro sotto pressione.


Noi ci sentiamo peggio che mai poichè la rilevanza di questo lavoro e l'importanza della nostra continuità è riconosciuta nell'ambiente medico ed ospedaliero anche pubblico a Gaza e ha generato delle speranze di miglioramento nelle strutture delle Maternità e cura neonatale intensiva.

Servono 8.000 euro subitissimo per due mesi e mezzo di registro nascite. Dobbiamo ancora analizzare la contaminazione provocata da metalli tossici sulle donne nel 2017 (per mancanza di fondi non abbiamo ancora potuto farlo). Ma abbiamo già dimostrato che essa rimane alta dal 2014 al 2016 e che in parallelo rimane alta anche l'incidenza di bambini prematuri.  Le analisi per la contaminazione costeranno altri 6.000 euro.


Conoscere l'andamento nel tempo delle nascite pretermine e di bambini troppo piccoli a termine serve a prevedere le migliori attenzioni alle madri e le migliori cure possibili per salvare la vita dei neonati, e conoscere l'andamento della contaminazione delle madri e neonati servirà a sviluppare misure di protezione/prevenzione.


Tra l'altro, quello che impariamo da Gaza oggi sarà probabilmente molto utile per gli altri paesi sotto attacco militare e deprivati nel Medio Oriente, ma studi analitici precisi non saranno possibili in luoghi dove gli spostamenti della popolazione li renderanno assai difficili. E senza conoscenza e scienza non è pensabile provvedere aiuti alle persone.


Paola Manduca

Docente di Genetica presso l'Università di Genova