28 marzo 2015

La terra degli aranci tristi - martedì 7 aprile a Schio

Nel marzo 1976 lo stato di Israele soffocava nel sangue una protesta contro gli espropri di terra in Galilea, uccidendo sei palestinesi e ferendone decine. Da allora il 30 marzo di ogni anno il popolo palestinese celebra la “Giornata della terra”  giunta fino ad oggi perché le politiche di confisca e gli  insediamenti coloniali sono stati incrementati.

Per celebrare anche quest'anno la “Giornata della terra” e per ricordare Ghassan Kanafani,
Martedì 7 aprile 2015 alle ore 20,30
presso il Circolo Operaio di Magrè di Schio
vi invitiamo ad assistere al monologo teatrale, recitato da Omar Suleiman, attore, narratore e mediatore culturale palestinese
La terra degli aranci tristi
tratto da un racconto di Gassan Kanafani.
Dopo lo spettacolo verranno offerti un aperitivo, il thè con dei bocconi salati, dei dolci e tanti spicchi di arance e di limoni che rappresenteranno la vita e la sofferenza dei palestinesi ovunque essi si trovano.
Gassan Kanafani fu un famoso giornalista palestinese, romanziere e scrittore di racconti. I suoi scritti erano profondamente radicati nella cultura arabo-palestinese; egli ispirò un'intera generazione in vita e anche dopo la morte, sia con le parole che con i fatti.
Nato ad Acri l'8 aprile 1936, Ghassan era figlio di un affermato avvocato e apparteneva ad una famiglia della buona borghesia araba.

Il giorno del suo dodicesimo compleanno, nel 1948, si compì, ad opera di bande armate ebraiche, il massacro di civili palestinesi nel villaggio di Deir Yassin: da quel giorno Ghassan si rifiutò di festeggiare ancora il proprio compleanno. Pochi giorni dopo, la città di Jaffa, dove nel frattempo i Kanafani si erano trasferiti, cadeva, come Acri e il resto della Palestina mandataria assegnata dal Piano di spartizione dell'ONU allo Stato ebraico, nelle mani delle forze israeliane e la famiglia scelse la via dell'esilio, dapprima sulle colline nel sud del Libano, poi a Damasco. La speranza era quella di poter tornare, quanto prima, in patria, ma la sua vita fu invece un esilio permanente.
Per Ghassan gli studi di letteratura andarono di pari passo con la passione per la pittura e il disegno e, contemporaneamente alla sua attività di insegnante elementare presso un campo profughi palestinese gestito dalle Nazioni Unite, crebbe, proprio confrontato alla realtà di questi bambini sfortunati senza apparente futuro, il suo impegno politico.
Seguendo i corsi dell'Università di Damasco entrò in contatto con George Habash, leader del Movimento Nazionalista Arabo, animato da ideali socialisti, e successivamente fondatore del Movimento Popolare di Liberazione Palestinese.

Un graffito per rendere omaggio a Kanafani, tracciato sul Muro

In questo contesto nacque la bella, accorata novella "La terra degli aranci tristi": un rifugiato, fuggendo con la famiglia dalla sua Palestina di fronte all'avanzata dell'esercito israeliano, porta con sé delle arance; man mano che passano i giorni, le notizie dell'ampiezza della sconfitta militare araba si fanno drammatiche e la consapevolezza che il ritorno in patria diventa sempre più problematico si fa strada nel protagonista assieme all'immagine delle sue arance, che avvizziscono senza rimedio.
L'8 luglio del 1972 Ghassan venne ucciso a Beirut, a soli 36 anni, da agenti israeliani che fecero esplodere un'autobomba, mentre era insieme a sua nipote Lamis di 16 anni.
Al momento della sua prematura morte, Ghassan aveva già pubblicato diciotto libri e centinaia di articoli sulla cultura, la politica e la lotta del popolo palestinese. Quanto avrebbe potuto ancora dare se gli fosse stato concesso di vivere più a lungo?

La biografia e notizie sulla produzione letteraria di Ghassan Kanafani si trovano suWikipedia

16 marzo 2015

Errata corrige - orari della rassegna di film a Mestre

Scusandomi per l'errore, preciso che i film della rassegna verranno proiettati al Centro Candiani di Mestre, con ingresso libero, alle ore 16.30 e 19.00 dei giorni indicati. Buona visione!

15 marzo 2015

A Mestre una rassegna di film sulla Palestina

Presso il Centro culturale Candiani, in Piazzale Candiani, 7 a Mestre (vedi mappa)

dal 6 marzo viene presentata una rassegna di film palestinesi 

“Cinema senza diritti”

otto pellicole premiate internazionalmente che raccontano l’occupazione e la dignità di un popolo senza voce.
 
Otto film di registi palestinesi per descrivere la dura realtà dell’occupazione israeliana, per raccontare storie di quotidiana violenza, di diritti negati, di oppressione ma anche di resistenza e di dignità, per dare voce ad un popolo che da 67 anni è costretto a vivere sotto una brutale occupazione militare. La rassegna, già presentata a Venezia lo scorso anno, viene riproposta con la speranza che rappresenti l’esordio di un lungo percorso attraverso l’Italia volto a far conoscere una cinematografia, che seppur molto premiata e apprezzata dalla critica, rimane troppo spesso assente dai grandi schermi. A proporre l’iniziativa è l’associazione Cultura è Libertà, una campagna per la Palestina, in collaborazione con il Circuito Cinema della città di Venezia e del Centro Culturale Candiani.

“Nell’organizzare la rassegna abbiamo volutamente privilegiato le produzioni palestinesi, rispetto alla ricca scelta di coproduzioni internazionali” spiegano le organizzatrici della rassegna, Giuseppina Fioretti e Maria Grazia Gagliardi. “Non film sulla Palestina, ma film di palestinesi. Questa scelta, però, si scontra con il problema della distribuzione. Un cinema senza diritti non trova un distributore per le nostre sale”.
Un cinema senza diritti di un popolo senza diritti, senza terra né stato che ha fatto della produzione cinematografica uno strumento per far sentire la propria voce e che ha saputo dare vita a film che documentano, raccontano e denunciano la realtà in cui è costretto a vivere. “Il cinema palestinese è più vivo e attivo che mai e nel panorama della cinematografia mondiale sta attirando sempre più interesse per le condizioni stesse in cui nasce” continuano Giuseppina e Maria Grazia. “Il cinema  palestinese, infatti, è costretto a “sperimentare” così come la Palestina è costretta a inventare e sperimentare forme di lotta sempre diverse per ribadire il suo diritto all’esistenza e alla resistenza.
La rassegna ha preso il via venerdì 6 marzo alle 18:00 con la presentazione del ciclo di film a cui è seguita la proiezione di Frontiere di sogni e di paure di Mai Masri, che ha ottenuto 14 premi internazionali; il 12 marzo è stata proposto Nozze in Galilea di Michel Kleifi, considerato una pietra miliare nella produzione palestinese. 
Venezia è una città molto attenta e interessata alla questione palestinese e negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli eventi che mirano ad un’informazione e sensibilizzazione sulla Palestina, la sua cultura e la sua realtà. 
Nelle prossime settimane verranno proiettati Rana’s wedding di Hany Abu-Assad (19 marzo), Il sale di questo mare di Annemarie Jacir (26 marzo), La sete di Tawfik Abu-Wael e La sposa di Gerusalemme della regista palestinese Sahera Dirbas (9 aprile), molto apprezzato dal pubblico veneziano. La rassegna si concluderà con Intervento divino di Elia Suleiman (16 aprile), Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 2002 e Ticket to Jerusalem di Rashid Masharawi (23 aprile).

Tutti i film saranno presentati in versione originale con sottotitoli in italiano, ingresso libero, alle ore 18.00 del giorno indicato. 

09 marzo 2015

Palestina nel giorno di San Giuseppe

Volentieri vi invitiamo