26 marzo 2011

Promemoria film di giovedì 31: Kadosh

Cari amici, vi ricordiamo che
giovedì 31 marzo 2011 alle ore 20.45
presso il Centro Culturale San Paolo

Viale Ferrarin 30 (possibilità di parcheggio) - 36100 VICENZA

per iniziativa dell'Associazione Salaam ragazzi dell'olivo - Vicenza, in collaborazione con il Centro culturale San Paolo - Onlus e con Pax Christi - Vicenza
nell'ambito del ciclo
CON LA PALESTINA NEGLI OCCHI

verrà proiettato il film

Kadosh
di Amos Gitai

Francia, Italia, Israele 1999, regia di Amos Gitai, drammatico, 116 min., cast Yaël Abecassis (Rivka), Yoram Hattab (Meïr), Meital Barda (Malka), Uri Ran Kaluzner (Yossef), Yussuf Abu-Warda (Rav Shimon), Leah Koenig (Elisheva), Sami Hori (Yaakov) sceneggiatura Amos Gitaï, Eliette Abecassis, musiche Philippe Eidel, fotografia Renato Berta, produzione: Agav Hafakot, M.P. Productions, Le Studio Canal plus, Mikado Film in collaborazione con Rai Radiotelevisione Italiana; distribuzione: Mikado

IL REGISTA: Amos Gitai (Haifa, 11 ottobre 1950) Figlio di padre tedesco, architetto del Bauhaus, fuggito dalla Germania nazista e stabilitosi in Palestina nel 1934 e di madre nata in Palestina, all'inizio del secolo, da genitori di origine russa, Amos Gitai partecipa come riservista alla guerra del Kippur del 1973. L'atteggiamento critico ed indipendente dei suoi primi documentari per la TV israeliana gli procura diverse difficoltà con la censura. "Bayit" ("Casa"), del 1977, sul tema dei vari trasferimenti di proprietà di una casa araba a Gerusalemme, non è neppure mandato in onda. Il successivo "Yoman Sadeh", ("Diario di guerra"), del 1982, sulla campagna in Libano, viene duramente attaccato. Data la difficoltà di operare in Israele, si reca, dapprima, negli Stati Uniti, poi a Parigi: E’ il periodo della trilogia di film sul tema dell'esilio e dell'emigrazione: "Esther", (1984), "Berlin-Jerusalem", (1989), "Golem - Lo spirito dell'esilio"

L'esordio israeliano nel cinema di fiction è il primo film di una trilogia dedicata alle città: "L'inventario" ("Devarim"), del 1995, ambientato a Tel Aviv, cui seguiranno "Giorno per giorno" ("Yom Yom") del 1998, dedicato ad Haifa e "Kadosh" del 1999, girato a Gerusalemme.

Regista impegnato, ha ricevuto un premio al Festival di Cannes per il suo film Free Zone nel 2005.
Un ritorno, in chiave autobiografica, ai suoi ricordi di guerra, come addetto alla sanità militare sulle Alture del Golan, è il successivo "Kippur", film antimilitarista presentato nel 2000 al Festival di Cannes. Eden, del 2001, è il primo atto, cui seguirà, nel 2002, "Kedma - Verso l'oriente", anch'esso presentato a Cannes, di una nuova trilogia incentrata sulla nascita dello stato di Israele, nel 1948.

LA TRAMA E LA CRITICA: Una storia d’amore che si colloca nel presente e ha radici nel passato fino a diventare qualcosa che fuoriesce dal tempo. Una storia sui rapporti di potere che entrano nella vita degli individui nel modo più profondo e indelebile Una riflessione su tolleranza, religione, tradi­zione. Insomma, tutti gli elementi che potrebbero far pensare a un film di co­stume, a una storia che racconta gli individui per analizzare i problemi della società. La forza espressa da Kadosh consiste proprio nel saper superare tutti i limiti che vengono imposti da questa classifi­cazione.

Kadosh racconta la vita intrecciata di due coppie. Meir e Rivka sono sposati da dieci anni, si amano teneramente e pudicamente, consumano con regolarità il proprio matrimonio ma non possono avere figli. Il rabbino ritiene che la donna sia sterile e che, secondo la tradizione, il matrimonio non sia compiuto: per questo motivo, impone a Meir di ripudiare Rivka e di sposare Haya che sicuramente gli darà dei figli e giustificherà quindi la propria unione portando il dono della fertilità. Anche Malka, la sorella di Rivka, ha un problema originato dalle convinzioni religiose. È da sempre innamorata di Yaakow ma il giovane ha da tempo ripudiato la vita religiosa (il film è ambientato nel quartiere di Mea Shearim, la zona più tradizionale ed ortodossa situata nella parte ebrea di Gerusalemme) ed è stato espulso dalla comunità. Il rabbino non esita ad esercitare il suo potere all’interno della comunità religiosa imponendo a entrambe le coppie il suo volere. Rivka sceglie la solitudine ­ e la tristezza, Malka preferisce ribellarsi e per entrambe la vita non sarà più la stessa. (Stefano Della Casa, Cineforum n. 385, giugno, 1999)

Per la proiezione verrà chiesto un contributo di 2 euro.

---------------------------------------------------------

per informazioni:

Miriam Gagliardi - miriam.gag@alice.it

Ivetta Cappellari - pippic2004@libero.it

Centro Culturale San Paolo – Onlus: Tel. 0444.937499 - centroculturale.vicenza@stpauls.it

20 marzo 2011

Promemoria film di giovedì 24: Private

Cari amici, vi ricordiamo che
giovedì 24 marzo 2011 alle ore 20.45
presso il Centro Culturale San Paolo

Viale Ferrarin 30 (possibilità di parcheggio) - 36100 VICENZA

per iniziativa dell'Associazione Salaam ragazzi dell'olivo - Vicenza, in collaborazione con il Centro culturale San Paolo - Onlus e con Pax Christi - Vicenza
nell'ambito del ciclo
CON LA PALESTINA NEGLI OCCHI

verrà proiettato il film

Private

di Saverio Costanzo

Italia 2004, regia di Saverio Costanzo, drammatico, 90 min., cast T. Russo (Soldato Eial) • L. Miller (Comandante Ofer) • A. Omari (Samiah B.) • M. Bakri (Mohammad B.) • H. Ayoub (Mariam B.) sceneggiatura S. CostanzoC. CostanzoA. CremoniniS. Oashua, musiche A. Ego fotografia L. Martinucci montaggio F. Calvelli Ambientazione: Riace (Reggio Calabria)

IL REGISTA: Saverio Costanzo (Roma, 28 settembre 1975) figlio del celebre giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo, si laurea in Sociologia della Comunicazione presso l'Università della Sapienza di Roma. Dopo varie esperienze come conduttore radiofonico, autore di sceneggiature per telefilm RAI e la realizzazione di alcuni spot pubblicitari, alla fine degli anni '90 si reca a New York, dove lavora come operatore e aiuto-regista, per poi dedicarsi all'attività di documentarista.

Nel 2001 fonda, insieme a Mario Gianani, la casa di produzione Offside che si dedica inizialmente alla produzione di documentari e programmi storici per la televisione e in seguito a quella di lungometraggi tra cui, nel 2004, la sua opera prima, "Private".

Accolto con successo dalla critica internazionale, il film vince diversi premi tra cui il Pardo d'oro e il premio della giuria ecumenica al Locarno Film Festival del 2004, e a lui vale invece, nel 2005, il Nastro d'argento e il David di Donatello come miglior regista emergente.

Nel 2007 è al Festival di Berlino con la sua seconda opera, "In memoria di me". Nel 2009 acquisisce i diritti per realizzare la trasposizione cinematografica del best-seller, vincitore del premio Strega 2008, "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano.

LA TRAMA E LA CRITICA: Una storia semplice ma efficacissima, che prende spunto da uno di quei fatti che si verificano quotidianamente in zone belliche. Il regista non sceglie di raccontare la guerra, ma crea una fiction e una situazione che indirettamente ci dice tutto e di più di quel rovinoso scontro che si trascina da tanto tempo. Non c'è sangue al centro della scena, ma una normale famiglia palestinese di media cultura, che ha la ventura di vivere in una casa situata proprio sul confine arabo-israeliano dei territori. In questa abitazione, dove genitori e figli più grandi e più piccoli svolgono una vita quasi serena - dato il contesto -, arrivano un giorno dei soldati israeliani.

La casa è requisita, il capofamiglia si rifiuta di abbandonarla, nonostante le paure di moglie e figli; i militari pongono la loro base al piano superiore, i proprietari sono confinati al piano di sotto. Stanza unica per dormire, cucina e bagno a ore, divieto di salire al piano di sopra pena severissime punizioni. La vita precedente è d'improvviso cancellata e si precisano i ruoli e i modi di pensare all'interno del gruppo famiglia. Ci accorgiamo così che anche i musulmani hanno caratteri, pensieri e reazioni diverse, che non sono tutti fanatici religiosi, che tra loro vi sono uomini di pace e di pazienza (il padre), così come giovani impazienti e ribelli (il figlio Jamel), donne obbedienti (la madre) e giovanissime (Mariam) che vogliono pensare con la loro testa, bambini piccoli e indifesi, come in ogni altra parte del mondo. Sopra c'è poi un'altra umanità, che a poco a poco disvela le proprie crepe, spiate da una fessura di un armadio dove si nasconde spesso la figlia maggiore. Il padre, personaggio centrale della vicenda, cerca, un po' con l'ironia, un po' con la ragione, un po' d'autorità, di restare nel luogo dove ha sempre abitato e di educare alla pacificazione. Rimanere in quella casa è per lui l'unica garanzia "per non odiare a vita gli ebrei", per non andare raminghi e profughi, spogliati veramente di tutto. Ma nella famiglia il suo pensiero non è condiviso; il figlio più grande sogna di diventare un kamikaze, la moglie, pure innamorata, spesso contesta le sue decisioni, il ragazzo mediano vorrebbe con tutte le sue forze andar via. Eppure il nostro professore resiste nella sua filosofia e cerca di proteggere i suoi dalla paura di quello che può succedere, spiando con gli altri i rumori del piano di sopra.

Con questo semplice meccanismo, cercando una narrazione lineare e oggettiva e dando conto (con l'espediente dell'armadio) anche dei sentimenti, insicurezze, dubbi dei militari israeliti, Costanzo disegna un quadro in cui ci sono vittime da una parte e dall'altra... Una menzione a parte merita Mohammad Bakri, indimenticabile interprete nel ruolo del padre, questo anti-eroe saggio, pacifico e convinto che restando aggrappati alla propria casa e ai valori di una vita normale, si può combattere senza guerra. Quest'opera è perciò una lezione di vita oltre che di stile. Olga di Comite


Per la proiezione verrà chiesto un contributo di 2 euro.

---------------------------------------------------------

per informazioni:

Miriam Gagliardi - miriam.gag@alice.it

Ivetta Cappellari - pippic2004@libero.it

Centro Culturale San Paolo – Onlus: Tel. 0444.937499 - centroculturale.vicenza@stpauls.it

03 marzo 2011

Con la Palestina negli occhi - ciclo di film

L'Associazione Salaam ragazzi dell'olivo - Vicenza
in collaborazione con il
Centro culturale San Paolo - Onlus
e con
Pax Christi - Vicenza
propone il ciclo di film

CON LA PALESTINA NEGLI OCCHI

Leggere il dramma di due popoli
attraverso il cinema di autori internazionali

giovedì 24 marzo 2011
Private di Saverio Costanzo

giovedì 31 marzo 2011
Kadosh di Amos Gitai

giovedì 7 aprile 2011
La sposa siriana
di Eran Riklis


Le proiezioni si terranno alle ore 20.45 presso il Centro Culturale San Paolo

Viale Ferrarin 30 (possibilità di parcheggio) - 36100 VICENZA

Per ciascuna proiezione verrà chiesto un contributo di 2 euro.

---------------------------------------------------------

per informazioni:

Miriam Gagliardi - miriam.gag@alice.it

Ivetta Cappellari - pippic2004@libero.it

Centro Culturale San Paolo – Onlus: Tel. 0444.937499 - centroculturale.vicenza@stpauls.it