17 marzo 2008

Una serata sui diritti umani, con Muhammed Zeidan

Lunedì 31 marzo, alle 20.45 presso la Cooperativa Insieme, in via della Scola
avremo a Vicenza Muhammed Zeidan, direttore generale della Arab Human Rights Association.
Interessante il fatto che Zeidan vive a Nazareth, è quindi un arabo palestinese con cittadinanza israeliana.
Ci parlerà, e risponderà alle nostre domande, sul rispetto della legalità e dei diritti umani in Israele.
Nel corso della serata ascolteremo anche la testimonianza di Michela Chimetto, neolaureata con una tesi su Hamas, rientrata da poco dai Territori Occupati.
Il video presenta una piccola parte di un'intervista a Zeitan, realizzata nel maggio scorso (per vederlo, click sul triangolino sotto l'immagine).









Tu sei mio fratello - Kufia, progetto di adozioni a distanza





Tu sei mio fratello, le ragioni di un impegno

Gli eterni profughi dei campi di Jenin e Tulkarem credono nell’importanza della nostra presenza e noi, insieme a tutti gli amici che sosterranno i progetti di Kufia in Palestina, ci ostineremo a strapparli dal limbo in cui l’occupazione tenta di relegarli da cinquant’anni, li aiuteremo a raccontare il dolore e la speranza con le parole e i suoni della loro cultura, con i colori e gli odori della loro terra.

Da Jenin, Kufia è approdata a Tulkarem, piccola città palestinese completamente chiusa nella morsa dell’abominevole muro, dove un gruppo di persone competenti e determinate ha dato vita a una sede locale dell’associazione.

Oltre al programma di adozioni a distanza a Tulkarem, Kufia sta realizzando diversi progetti di cooperazione effettiva, tra cui un laboratorio di scrittura creativa per i più piccoli, l’allestimento di campi da pallavolo e pallacanestro, per riscoprire la gioia del giocare e la ripresa di attività tradizionali come l'apicoltura e la gestione da parte di un gruppo di donne di un centro di cucito dove verranno prodotti capi di abbigliamento e accessori di qualità.

I bambini nei campi profughi di Jenin e Tulkarem sono migliaia e vivono in condizioni drammatiche. Con il nostro programma non li raggiungeremo tutti, ma saremo in grado di sostenere progetti di vario tipo che andranno a vantaggio di un'intera comunità.

Lo scopo immediato del nostro programma è sostenere economicamente le famiglie che non hanno alcun reddito: il padre, quando c'è, è disoccupato o impossibilitato a muoversi da muri, recinzioni e soldati. L'occupazione ha spazzato via ogni forma di economia ed umanità e la costruzione del muro sta riducendo ulteriormente le pochissime risorse rimaste, sottraendo la terra, impedendo l'accesso all'acqua e strappando gli alberi di ulivo.

Promuovere nei luoghi difficili la scelta della non violenza

Ma il nostro desiderio più grande è promuovere la civiltà della non violenza, e che chi adotta un bambino di Jenin o di Tulkarem si senta partecipe di un progetto che, in tempi a volte dolorosamente lunghi, vuole gettare un ponte tra le famiglie adottive e le famiglie adottate, aprire dei canali di comunicazione, di scambio, per rompere l’isolamento senza speranza di questi bambini che non conoscono altra realtà se non la guerra, per traghettarli dal buio della dimenticanza alla luce dell’attenzione, dall’ isolamento fin dentro il cuore della comunità internazionale che ripudia la violenza.

Come partecipare al progetto

Il costo dell’adozione è 60 Euro mensili, quindi 720 Euro annuali per ogni bambino. Per il versamento, è possibile effettuarlo sul c/c intestato a Chimetto Michela e Zanotto Mauro ( per conto di Kufia ) di Banca Intesa fil. Viale della Pace Vicenza , CIN A ABI 03069 CAB 11834 C/C N.000001411431 . La famiglia adottiva riceverà una scheda con i dati del bambino, corredata di fotografie e informazioni sulla famiglia, verrà messa in contatto con la famiglia del bambino, direttamente o, in caso non fosse possibile, attraverso l'ufficio di Kufia a Tulkarem e le persone incaricate nel campo di Jenin, e verrà periodicamente aggiornata sulla situazione del campo in generale e della famiglia in particolare.

Per informazioni sul programma di adozioni a distanza di Kufia Tu sei mio fratello invia una e-mail a: michelachimetto@alice.it

08 marzo 2008

Altre testimonianze sul danneggiamento dell'asilo





La testimonianza di un insegnante …

Quando ho visto l’asilo sono scoppiata in lacrime. Ho provato come se il danno fosse successo a casa mia.

Quello che ha ferito il mio cuore è stato l’aver tolto le foto dei bambini e di quello che avevano fatto. Ogni bambino aveva il proprio armadietto con le sue cose personali. Tutto è stato usato, danneggiato e gettato a terra. Pensate che hanno usato i costumi (travestimenti) come falsi bersagli umani alle finestre? Hanno persino mangiato il cibo dei bambini in mensa.

Il nostro asilo era molto speciale. Serviva come modello per altri asili. I bambini insistevano per venire anche quando non stavano bene. Non posso immaginare di portare i bambini a vedere il loro asilo ridotto così. Non è più un posto felice. Sarebbero scioccati se lo vedessero ora.

… di Mr. Husam Hamdouna, direttore esecutivo del REC

Questo edificio comprendeva la principale sede del REC e l’asilo con 61 bambini in 3 classi. Lo scopo dell’asilo è di contribuire all’integrazione dei bambini con bisogni speciali con gli altri bambini in modo da prepararli alla scuola e alla vita nella società. Per raggiungere questo scopo usiamo due elementi: il primo è un ambiente adatto e il secondo è il trattamento e servizio speciale. Dopo quello che è successo abbiamo perso il primo elemento. L’attacco e i danni relativi hanno obbligato alla chiusura dell’asilo. I bambini non torneranno qui fino a quando tutto non sarà stato sistemato il più possibile. Questo per cercare di mitigare il più possibile l’impatto negativo sui bambini.

La risistemazione richiederà qualche tempo, speriamo non più di un mese. Comunque dobbiamo trovare una soluzione razionale intermedia che assicuri la continuazione del servizio ai bambini, tenendoli lontani da ambienti non sicuri. Non devono vedere questo posto e neppure chiedersi cosa è successo.

… di Nima, un’insegnante dell’asilo:

“I soldati hanno fatto irruzione a casa nostra e ci sono stati per tutta la notte. Ci hanno chiusi tutti in una stanza. Non potevamo muoverci, mangiare o andare in bagno. I bambini si sono fatti la pipì addosso dalla paura. Avevamo molti bambini ed una madre molto malata a letto. Hanno picchiato in malo modo mio fratello, rotto porte, sollevato il pavimento e usato la sabbia che c’era sotto come protezione alle finestre. Hanno danneggiato l’intera attrezzatura della cucina. Alcuni hanno usato i nostri letti per dormirci. Quando se ne sono andati abbiamo scoperto che avevano rubato tutti i soldi e i gioielli dalla casa. Non ci siamo potuti muovere per molto tempo dalla paura anche dopo che se ne erano andati.

Stima dei danni

I danni si estendono all’intero edificio (2 piani) e al cortile intorno ed hanno provocato la completa chiusura dell’asilo e l’interruzione parziale delle attività del REC nella gestione quotidiana delle attività correnti per quest’anno. I danni alla struttura dell’edificio sono moderati mentre sono molto gravi quelli alle altre risorse.

Il costo stimato delle riparazioni dei danni è di Dollari 13.387 a cui vanno aggiunti Dollari 5.810 per l’attuazione del piano alternativo con i bambini e Dollari 4.000 per i sopralluoghi e le stime effettuate dai tecnici, per un totale di Dollari 23.197

I tempi di attuazione delle operazioni di sistemazione si aggirano intorno ad un mese e dipendono dal reperimento dei materiali necessari sul mercato locale, dagli attuali prezzi di mercato, dal blocco di Gaza, dalla stabilizzazione della situazione e la conseguente liberà di movimento.

07 marzo 2008

Una testimonianza di viaggio


Anche quest'anno, come tutti gli anni, sono stata nei Territori Occupati di Palestina per portare gli aiuti alle famiglie che abbiamo in adozione a distanza nel campo profughi di Tulkarem. Tulkarem è una città situata nel Nord della Cisgiordania, divisa da Israele dal Muro che in molti non esitano a definire della ' vergogna', affermazione che mi pare molto appropriata. Un Muro che ha annientato ogni possibilità di sviluppo, che divide palestinesi da palestinesi, contadini dai propri campi di coltivazione, villaggi da città e che non è soltanto una grande muraglia alta 8 metri di cemento armato ( a tratti elettrificato ) ma assume anche la forma di un serpentone di fili spinati e di recinzioni che si snodano all'interno dei territori, in spregio al diritto internazionale che con una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU nel 2004 lo aveva dichiarato ILLEGALE e quindi da ABBATTERE!

La situazione che ho trovato non è molto diversa da quella degli anni precedenti: un' intera popolazione quella palestinese a cui vengono negati i diritti minimi come la libera circolazione tenuta sotto scacco da un'occupazione militare che non finisce mai. Quest'anno vi ho però trovato qualche differenza: i check-point israeliani sono sempre più numerosi in modo particolare quelli mobili ossia quelli inventati al momento in qualsiasi angolo di strada magari con una camionetta militare che si pone come sbarramento, sempre più numerosi nei pressi degli insediamenti illegali presenti all'interno della Cisgiordania che servono a garantire la libera circolazione di chi vive illegalmente in questa terra: i coloni.

Gli insediamenti sono il vero ostacolo alla pace ed in Cisgiordania ne stanno fiorendo di giorno in giorno, a Gerusalemme in particolare ma non solo: ho percorso un tratto di strada di circa 65 km. Ramallah - Tulkarem e ne ho contati più di 30. Un insediamento è visibile ad occhio nudo rispetto ad un villaggio palestinese, in modo particolare se si percorre la strada di sera: lo si vede dalla disponibilità di corrente elettrica ! E poi ci sono le risorse idriche oltre a quelle energetiche, le belle strade che collegano gli insediamenti con Israele che non possono essere percorse dai palestinesi senza permesso speciale dell'esercito.

La strada della pace è ancora in salita, e dopo Annapolis in Terra Santa purtroppo non ho intravisto grandi cambiamenti ma piuttosto il consolidamento dell'occupazione militare.

Michela Chimetto

05 marzo 2008

Occupata e danneggiata la sede del REC

Dal Comitato di Milano di Salaam - Ragazzi dell'olivo, apprendiamo che la sede principale del REC (il Centro per il Recupero educativo di Jabalia, nella Striscia di Gaza)è stato occupato e danneggiato durante l'incursione dell'esercito israeliano via terra dei giorni scorsi. Si tratta del Centro cui abbiamo inviato una parte del ricavato della cena palestinese del 27 ottobre u.s. (v. ultimo post di gennaio)
Ecco il testo della notizia ricevuta:

A tutti gli amici del Comitato di Milano

Desideriamo gentilmente informarvi che è stata attaccata la sede principale del REC situata nell'area di Zemo (Jabalia est), nella quale hanno avuto luogo operazioni militari contro la popolazione; sulla base di quanto testimoniato da fonti locali, le forze armate d'Israele hanno fatto esplodere l'ingresso del centro e ora usano il primo piano (adibito a scuola materna), il secondo piano (ove sono situati gli uffici amministrativi) e il tetto come postazione militare per le loro operazioni, pur sapendo che all'ingresso erano custoditi due bus recanti il simbolo dell'Unione europea e che,inoltre, è presente una targa contenente il nome della scuola: "Società del Centro per il Recupero educativo - Scuola materna Salaam Ragazzi dell'Olivo.

Quest'azione compiuta dalle forze armate d'Israele contravviene tutte le regole internazionali applicate in tutto il mondo. Il REC condanna questo genere di azioni e chiede a tutti i gruppi locali e internazionali di lavorare urgentemente per fermare questo attacco al popolo palestinese e alle sue istituzioni civili.

Husam Hamdouna - Direttore del REC

01 marzo 2008

Le foto di Samar Sahhar a Vicenza






Per i pochi che hanno avuto il coraggio di sfidare una serata d'inverno, alcune foto di un incontro davvero interessante e toccante (v.post del 21/01/08). Per fortuna al mondo vi sono ancora persone come Samar!