31 dicembre 2008

Capodanno per la pace in Medio Oriente


«In queste ore che dovrebbero essere di festa, il nostro pensiero corre a Gaza. Per questo, per dare un segnale di vicinanza alle popolazioni che soffrono e per chiedere azioni concrete per fermare il massacro, il 31 sera accendiamo ed esponiamo una candela per la pace».
Lo proponePina Picierno, "ministro ombra" delle Politiche giovanili, promotrice del gruppo su Facebook: «Un Capodanno per la pace in Medio Oriente. Accendi il 31 dicembre una candela per la pace, ovunque tu sia. Un gesto simbolico -sostiene Pina Picierno- perchè tacciano subito le armi tra Israele e Palestina e la comunità internazionale si adoperi per l’inizio del dialogo».
L’iniziativa, lanciata su Facebook il 29 dicembre alle 20, ha già raccolto quasi 4.000 adesioni.

Manifestazione a Vicenza per Gaza

Sabato 3 dicembre alle ore 14
con appuntamento presso la Stazione ferroviaria di Vicenza
un gruppo di associazioni vicentine ha indetto una manifestazione pacifica per manifestare solidarietà al popolo palestinese e protestare contro l'i bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza.
Prime adesioni: Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Forum Palestina, CUB, Salaam Ragazzi dell’Olivo, Rete Migranti di Vicenza, Coordinamento migranti Verona

Dai giovani la speranza


Una notizia positiva e che testimonia gioia e speranza, in mezzo a tante che ci raccontano la sofferenza e la disperazione.
Ai primi di settembre, due giovani vicentini si sono sposati ed hanno chiesto agli amici di non regalar loro nulla per il matrimonio. Se questi avessero voluto comunque celebrare la festa con un segno, avrebbero potuto, liberamente, porre in una busta un'offerta che sarebbe andata in parte al Centro Melchita di Ramallah, in parte ad un altro progetto locale - una casa per ragazze in difficoltà - promosso da una Cooperativa vicentina.

Hanno così potuto inviare a una suora vicentina, che assieme a due consorelle gestisce il Centro di Ramallah, dove opera una cooperativa di 300 donne che producono ricami, 2.500 euro che verranno utilizzate per emergenze e situazioni di grave bisogno.

Non si tratta di un episodio isolato, un'altra coppia ha fatto lo stesso tipo di proposta per finanziare una scuola in Tanzania, e altre ancora ...

FERMATEVI SUBITO, FERMIAMOCI TUTTI!


"Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice". P. Manauel Musallam, parroco a Gaza, 28 dicembre 2008
Un inferno di orrore, morte e distruzione, di lutti, dolore e odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano adiacente.
A voi, capi politici e militari israeliani,
chiediamo di considerare che insieme ai ‘miliziani’ di Hamas state colpendo, uccidendo e ferendo centinaia di civili palestinesi. Non potete non averlo calcolato. Non potete non sapere che a Gaza non esistono obiettivi da mirare chirurgicamente. Non potete non aver messo in conto che da troppo tempo è la popolazione di Gaza a vivere sotto embargo, senza corrente elettrica, senza cibo, senza medicine, senza possibilità di fuga. Le vostre crudeli operazioni di guerra compiono opera di morte su donne, bambini e uomini che non possono scappare né curarsi e sopravvivere, essendo strapieni gli ospedali e vuoti i forni del pane. Ascoltate i vostri stessi concittadini che operano nelle organizzazioni israeliane per la pace: “Siamo responsabili della disperazione di un popolo sotto assedio. Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato possibile ripristinare la tregua a condizione che Israele riaprisse le frontiere e permettesse agli aiuti umanitari di entrare. Il governo d'Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni di Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della guerra”.
FERMATEVI SUBITO!
A voi, capi di Hamas,
chiediamo di considerare che i vostri razzi artigianali lanciati verso le cittadine israeliane poste sul confine, sono strumenti ulteriori di distruzione e, per fortuna raramente, di morte, e creano inutilmente paura e tensione tra i civili. Sono una assurda e folle reazione all'oppressione subita, che si presta come alibi per un’aggressione illegale. Se foste più potenti, capi di Hamas, vorreste forse raggiungere i livelli di distruzione dei vostri nemici? E non essendolo, a che scopo creare panico, odio e desiderio di vendetta nei civili israeliani che vivono a fianco alla vostra terra? Quali strategie di desolazione, disumane e inefficaci, state perseguendo?
FERMATEVI SUBITO!
E noi donne e uomini che apparteniamo alla ‘società civile’,
FERMIAMOCI TUTTI!
Sostiamo almeno un minuto accanto a tutti i civili che soffrono. Alle centinaia di ammazzati palestinesi, che per noi non avranno mai nome e volto, come alle due vittime israeliane. Alle centinaia di feriti palestinesi e ai fortunatamente pochi feriti israeliani. A chi ha perso la casa. A chi non può curarsi.
E poi, tutti insieme, alziamo la voce: non è questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Non è questa la strada che porterà i palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più occupazione militare, libero e sovrano.
I media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione -e soprattutto l'insopportabile contesto di un assedio da parte di Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e mezzo di persone- scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri.
La maggior parte dei quotidiani e telegiornali ha affermato che “è stato Hamas a rompere la tregua”. Invece il 19 dicembre è semplicemente scaduta una tregua della durata concordata di sei mesi. L'accordo comprendeva: Il cessate-il-fuoco, la sua estensione nel giro di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco di Gaza. Questi impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi uccisi solo dalla firma dell'accordo) e quindi Hamas non l'ha rinnovato. Ancor più precisamente, già ai primi di novembre, Israele aveva rotto la tregua con una serie di attacchi a Gaza uccidendo altri 6 palestinesi.
Aiutiamoci allora a valutare criticamente le analisi spesso falsate dei media per dare maggior forza ad altre voci diventate grida: Solo poche ore fa, proprio a Gaza, il Patriarca di Gerusalemme celebrava la Messa di Natale riprendendo il suo Messaggio natalizio:“Siamo stanchi. La pace è un diritto per tutti. Siamo in apprensione per l'ingiusta chiusura imposta a Gaza e a centinaia di migliaia di innocenti. Siamo riconoscenti a tutti gli uomini di buona volontà che non risparmiano sforzi per spezzare questo blocco.”
La strada intrapresa invece, lastricata di sangue e macerie, condurrà la gente qualsiasi al macello. E i suoi capi alla sconfitta. In primo luogo alla sconfitta umana.
Pax Christi Italia, 28 dicembre 2008

Il prossimo numero di BoccheScucite in uscita il 1 gennaio sarà completamente dedicato a Gaza. Per riceverlo invia una mail vuota a
bocchescucite-subscribe@googlegroupscom

22 dicembre 2008

10 dicembre 2008

Concerto 'Per Gerusalemme'



Ottime esecuzioni e scarsa presenza di pubblico al concerto, organizzato dal Comitato di Vicenza di Salaam Ragazzi dell'olivo, presso l'Auditorium Canneti il 5 dicembre scorso.

Sono state eseguite musiche di Giovanni Gabrieli, Ulrich Nehls, Georg F. Händel, Gustav Holst, Ludwig van Beethoven, Johann Sebastian Bach, Antonio Vivaldi, Angelino Rampazzo, Mario Lanaro, Bepi De Marzi, Josef Rheinberger, Hugo Diestler, Javier Busto

Hanno suonato l'Ensemble di Ottoni del Conservatorio ‘A. Pedrollo’ di Vicenza diretto da Emanuele Pasqualin, poi al clarinetto Matteo Gasparotto e all’organo Haig Vosgueritchian e Alberto Barbetta. Ha concluso il Coro “ I Polifonici Vicentini” diretto da Pierluigi Comparin. La serata è stata presentata ed animata dal Maestro Bepi De Marzi.

Il ricavato della serata, pari a 600 euro, sarà interamente devoluto all'Istituto 'Magnificat' di Gerusalemme.


03 dicembre 2008

La giornata per la Palestina a Roma




Il 29 novembre non è una data a caso, ma scelta per il significato simbolico che ha per il popolo palestinese. Quello stesso giorno del 1947 l'Assemblea delle Nazioni Unite adotta la risoluzione 181 (II), nota come Risoluzione sulla Partizione che stabilisce la creazione in Palestina di uno Stato "Ebraico" e uno "Arabo" con Gerusalemme come cuore simbolico e politico, sottoposta ad un regime internazionale speciale. Dei due, solo Israele vede la luce.
Sotto il cielo plumbeo di Roma, fra migliaia di teste, girando tra la folla si sente la voce della gente, le opinioni, i cori e lì la questione politica rientra prepotentemente dalla finestra. I manifestanti si spostano lungo il corteo a seconda della propria piattaforma.
Ma 5000 persone sono tante o poche? Tante, se si considera l'omissis della politica italiana, di buona parte della sinistra e dell'assoluta negazione della questione palestinese da parte di quasi tutti i partiti politici. Tante, se si considera il silenzio della comunità internazionale sulla "normalizzazione" dell'occupazione israeliana e sull'occultamento del diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato. Esiste un involucro fatto di ipocrisia democratica che distingue nei media e nei programmi politici dell'occidente pacificato violenze e occupazioni "giuste" o "sopportabili" e altre da annientare in nome della pace e della democrazia. Sotto le chiavi che cadono dal cielo si è tornati a casa.
(tratto dall'articolo di Alessandro Bernardini su ) www.rivistaonline. com


01 dicembre 2008

Intervento del Presidente dell'Assemblea ONU


L’Assemblea generale dell’ONU ha esaminato il 24 e 25 novembre 2008 il rapporto del Segretario generale sulla situazione in Palestina.

Il Presidente dell’Assemblea, Miguel d’Escoto Brockmann (Nicaragua), ha fatto di questo dibattito una questione di principio. Aprendo la seduta, ha dichiarato: « Io invito la comunità internazionale ad alzare la sua voce contro la punizione collettiva della popolazione di Gaza, una politica che non possiamo tollerare. Noi esigiamo la fine delle violazioni di massa dei Diritti dell’uomo e facciamo appello ad Israele, la Potenza occupante, affinché lasci entrare immediatamente gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Questa mattina ho parlato dell’apartheid e di come il comportamento della polizia israeliana nei Territori palestinesi occupati sembri così simile a quello dell’apartheid, ad un’epoca passata, un continente più lontano. Io credo che sia importante che noi, all’ONU, impieghiamo questo termine. Non dobbiamo avere paura di chiamare le cose con il loro nome. Dopotutto, sono le Nazioni Unite che hanno elaborato la Convenzione internazionale contro il crimine dell’apartheid, esplicitando al mondo intero che tali pratiche di discriminazione istituzionale devono essere bandite ogni volta che siano praticate.

Abbiamo ascoltato oggi un rappresentante della società civile sudafricana. Sappiamo che in tutto il mondo organizzazioni della società civile lavorano per difendere i diritti dei Palestinesi e tentano di proteggere la popolazione palestinese che noi, Nazioni Unite, non siamo riusciti a proteggere. Più di 20 anni fa noi, le Nazioni Unite, abbiamo raccolto il testimone della società civile quando abbiamo convenuto che le sanzioni erano necessarie per esercitare una pressione non violenta sul Sud Africa. Oggi, forse, noi, le Nazioni Unite, dobbiamo considerare di seguire l’esempio di una nuova generazione della società civile chef a appello per una analoga campagna di boicottaggio, di disinvestimento e di sanzioni per fare pressione su Israele. Ho assistito a numerose riunioni sui Diritti del popolo palestinese. Sono stupefatto che si continui ad insistere sulla pazienza mentre i nostri fratelli e le nostre sorelle palestinesi sono crocifissi. La pazienza è una virtù nella quale io credo. Ma non c’è alcuna virtù nell’essere pazienti con la sofferenza degli altri. Noi dobbiamo agire con tutto il nostro cuore per mettere fine alle sofferenze del popolo palestinese (…) Tengo ugualmente a ricordare ai miei fratelli e sorelle israeliani che, anche se hanno lo scudo protettore degli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza, nessun atto di intimidazione cambierà la Risoluzione 181, adottata 61 anni fa, che invita alla creazione di due Stati. Vergognosamente, oggi non c’è uno Stato palestinese che noi possiamo celebrare e questa prospettiva appare più lontana che mai. Qualunque siano le spiegazioni, questo fatto centrale porta derisione all’ONU e nuoce gravemente alla sua immagine ed al suo prestigio. Come possiamo continuare così?».


L’ambasciatore Miguel d’Escoto Brockmann è un sacerdote cattolico, teologo della liberazione. Personalità morale riconosciuta, è stato eletto per acclamazione, il 4 giugno 2008, Presidente dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

31 ottobre 2008

Presentazione del libro 'Memoria'


Venerdì 7 novembre alle ore 20.30
presso la Cooperativa Insieme
via della Scola 88 - Vicenza
Salman Natour
presenterà il suo libro
'Memoria'
di recente tradotto in italiano.
Ci intratterremo con questo scrittore, dal duplice riferimento identitario palestinese e druso (clicca per vedere chi sono i drusi).

Salman Natour scrittore, poeta e giornalista palestinese, nasce nel 1949 a sud di Haifa nella quale oggi vive con la moglie Nada e i quattro figli.
Dopo gli studi di filosofia ha dedicato tutto il suo interesse alla questione arabo-israeliana con particolare attenzione al problema dei profughi e alle loro testimonianze attraverso racconti e memorie del popolo palestinese.
L’esercizio del suo lavoro di giornalista e scrittore impegnato, scomodo al governo israeliano, ha limitato la sua libertà non solo professionale ma privata e quotidiana. Salman, cresciuto in villeggio druso, vive inoltre sulla sua pelle i conflitti d’identità della sua comunità.
Natour è stato il primo presidente dell’associazione degli scrittori arabi in Israele.
Dal 1968 al 1990 cura le pagine culturali del quotidiano «al-Ittihad» e della rivista «al-Jadid» di Haifa.
Membro della direzione del centro “Adalla”, oggi dirige la rivista “Qadaya isra’iliyya” e tiene conferenze universitarie sulla filosofia araba e sulla cultura palestinese.
Ha inoltre partecipato alla realizzazione di diverse fondazioni allo scopo di promuovere lo sviluppo della musica araba, la formazione culturale della società palestinese in Israele e ha contribuito alla nascita del centro artistico per arabi-ebrei per la pace contro l’occupazione.
Fino ad oggi ha pubblicato una trentina di libri di vario genere romanzi, libri per bambini e testi teatrali., alcuni dei quali stanno per essere tradotti in inglese, francese e italiano.
Tra le sue opere più conosciute : “D’akira” ( Memoria ) , “Uà Ma nasina” (Non abbiamo ancora dimenticato) ,“Intidar” (In attesa).“Safar alla safa” (viaggio nel viaggio).

Ringraziamento dal Remedial Education Center di Jabalia

Ricordate che con il ricavato della cena palestinese del 27 ottobre 2007 avevamo dato un contributo di 500 euro al REC (Centro per il Recupero educativo) di Jabalia, nella Striscia di Gaza (vedi post)?
Nel febbraio di quest'anno il Centro era poi stato danneggiato dall'incursione israeliana nella Striscia (vedi post 1 e post 2).
Così il 19 aprile abbiamo organizzato una ulteriore cena palestinese straordinaria per contribuire al ripristino del Centro, con un utile netto di ulteriori 1600 euro, che abbiamo inviato laggiù.
Ora il REC ci ha inviato questo attestato di ringraziamento per il 'gradito finanziamento che lo aiuta a continuare il suo impegno umanitario nel servire i bambini palestinesi marginalizzati e le loro famiglie".
(per vedere meglio l'attestato clicca sull'immagine)


30 ottobre 2008

Tre libri da promuovere, diffondere e presentare

Il saggio di Ilan Pappe stabilisce un nuovo paradigma di interpretazione del conflitto israelo-palestinese. “Se questo è stato”, le implicazioni di natura morale e politica sono enormi, perché definire pulizia etnica quello che Israele fece nel ’48 significa accusare lo Stato d’Israele di un crimine contro l’umanità. Per questo, secondo Pappe, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”. E la consapevolezza che “questo è stato” implica la messa in discussione della stessa risoluzione 181 di partizione del 29 novembre 1947, un passo necessario verso uno stato laico e democratico nella Palestina storica.

Il saggio di Yitzhak Laor esamina le motivazioni del nuovo filosemitismo europeo, in particolare di quello della sinistra europea. Costringe tutti/e a guardarsi in uno specchio. Spiega perché, come è avvenuto ad esempio contro la campagna di boicottaggio della Fiera del Libro di Torino, tutti si sono uniti al coro filoisraeliano. E’ una prima risposta alla domanda di Ilan Pappe: “perché l’Europa e il mondo occidentale permettono a Israele di fare quello che fa?”

Le poesie di Aharon Shabtai (clicca per leggerne alcune) confermano come il linguaggio dell’arte riesca meglio di ogni altro a raggiungere la dimensione della verità e a indurna la condivisione.

14 settembre 2008

Serata per Mahamud



Lunedi 22 settembre 2008 alle ore 21.00
nella Sala Comunale polivalente
in Via Diego Valeri 17/19 (laterale via Trieste)
di Padova

la Comunità Palestinese del Veneto
organizza una serata in ricordo di

Mahmoud Darwish
il grande poeta e scrittore palestinese scomparso nell'agosto scorso (v. post di agosto qui sotto)

12 settembre 2008

Incontro con sua Beatitudine mons. Michel Sabbah

« Bisogna credere nella nostra capacità di amare, noi tutti, israeliani e palestinesi. Noi siamo capaci di amare e di fabbricare la giustizia, per noi e per gli altri »
(
Michel Sabbah, 11 aprile 2006)
Mercoledì 17 settembre 2008 alle ore 20.00
a Villa san Carlo

siete invitati all'incontro con Sua Beatitudine
MONS. MICHEL SABBAH

PATRIARCA EMERITO DI GERUSALEMME

che presenterà il suo ultimo libro “VOCE CHE GRIDA DAL DESERTO” (edizioni Paoline)

Una voce limpida si leva da una terra
troppo a lungo martoriata e offesa dagli uomini:
da quella Terra santa, dove sembrano non spuntare più
i germogli della giustizia per ogni suo abitante,
Michel Sabbah
, patriarca latino di Gerusalemme,
invita le donne e gli uomini di buona volontà
a trovare il coraggio di denunciare le violenze
e di realizzare una pace equa per tutti.

L’arcivescovo Sabbah fu consacrato Patriarca latino di Gerusalemme il 6 gennaio 1988 da Giovanni Paolo II, primo palestinese a essere nominato a tale incarico, ritenuto il più alto ruolo della gerarchia cattolica in Terra Santa. Il 19 marzo 2008 ha rassegnato le dimissioni per sopraggiunti limiti d'età ed è divenuto Patriarca em erito. Gli succede l'arcivescovo coadiutore Fouad Twal.
Mons. Sabbah da sempre si è impegnato a favore dei Cristiani di ogni denominazione presenti in Terra Santa i quali, a loro volta, nutrono una grande stima nei suoi confronti. e guardano a lui come punto di riferimnto.
Da molti anni è un infaticabile fautore dei diritti dei Palestinesi e della possibilità di convivenza delle due nazioni indipendenti impegnandosi per il ritorno dei rifugiati palestinesi. Più volte si è opposto alla realizzazione del muro che si sta costruendo e ha chiesto che si ponga fine alla occupazione israeliana dei Territori.

n.b.: Villa San Carlo si trova a COSTABISSARA, a 6 km. da Vicenza sulla strada verso Thiene

10 settembre 2008

Olimpiadi per la Palestina








qualche vignetta per sorridere ... un po' amaramente

11 agosto 2008

E' scomparso Mahmoud Darwish

Mahmoud Darwish (al-Birweh, 13 marzo 1941 – Houston, Texas, 9 agosto 2008) è stato un poeta e scrittore palestinese.

È autore di circa venti raccolte di poesie (pubblicate dal 1964 a oggi) e sette opere in prosa, di argomento narrativo o saggistico. È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato giornalista e direttore della rivista letteraria "al-Karmel" (Il Carmelo), e dal 1994 era membro del Parlamento dell’Autorità Nazionale Palestinese.

I suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e diffusi in tutto il mondo. Solo una minima parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in italiano.

Cosi scompare una delle voci più raffinati e audaci del mondo arabo. Mahmoud Darwish ha saputo esprimere, attraverso i suoi straordinari versi, la sofferenza del popolo palestinese.

Se desideri maggiori informazioni su Mahmoud Darwish v. la voce su Wikipedia oppure chiedi ulteriore documentazione a cgioseffi@yahoo.it

Innamorato dalla Palestina
di Mahmoud Darwish

I tuoi occhi sono una spina nel cuore
lacerano, ma li adoro.

Li proteggo dal vento
e li conficco nella notte e nel dolore
cosi la sua ferita illumina le stelle,
trasforma il presente in futuro
più caro della mia anima.

Dimentico qualche tempo dopo
quando i nostri occhi si incontrano
che una volta eravamo
insieme, dietro il cancello.

Le tue parole erano una canzone
che io tentavo di cantare ancora,
ma la tribolazione si era posata
sulle fiorenti labbra.

Le tue parole come la rondine
volarono via da casa mia
volarono anche la nostra porta
e la soglia autunnale
inseguendo te,
dove si dirigono le passioni ….

I nostri specchi si sono infranti
la tristezza ha compiuto 2000 anni,
abbiamo raccolto le schegge del suono
e abbiamo imparato a piangere la patria.

La pianteremo insieme,
nel petto di una chitarra;
la suoneremo sui tetti della diaspora
alla luna sfigurata ed ai sassi.

Ma ho dimenticato,
oh tu dalla voce sconosciuta !

Ho dimenticato,
è stata la tua partenza
ad arrugginire la chitarra,
o è stato il mio silenzio ?

Ti ho vista ieri al porto
viaggiatore senza provviste … senza famiglia.

Sono corso da te come un orfano
chiedendo alla saggezza degli antenati:
perché trascinare il giardino verde
in prigione, in esilio, verso il porto
se rimane, malgrado il viaggio,
l’odore del sale e dello struggimento,
sempre verde?

Ho scritto sulla mia agenda:
amo l’arancio e odio il porto,
ho aggiunto sulla mia agenda:
l porto mi fermai
la vita aveva occhi d’inverno,
avevamo le bucce dell’arancio
e dietro di me la sabbia era infinita!

Giuro, tesserò per te
un fazzoletto di ciglia
scolpirò poesie per i tuoi occhi
con parole più dolce del miele
scriverò “sei palestinese e lo rimarrai”

Palestinesi sono i tuoi occhi,
il tuo tatuaggio
Palestinesi sono il tuo nome,
i tuoi sogni
i tuoi pensieri e il tuo fazzoletto.

Palestinesi sono i tuoi piedi,
la tua forma
le tue parole e la tua voce.

Palestinese vivi, palestinese morirai.

22 giugno 2008

Conferenza-dibattito a FESTAMBIENTE


Sabato 28 giugno alle ore 19
al Parco fluviale Retrone, nell'ambito delle iniziative di Festambiente 2008, vi sarà la Conferenza-dibattito:

Palestina/Israele: storia di un'occupazione infinita

con Zvi Schuldiner, giornalista israeliano, professore del Sapir College di Negev, autore di articoli per Il Manifesto. Coordina Miriam Gagliardi.

Giudice italiano ferito a Bil'in (West Bank)


Si è conclusa con una manifestazione contro il muro a Bil’in, la Terza Conferenza Annuale (4-6 giugno) organizzata dal Comitato popolare e di resistenza nonviolenta di Bil’in, vicino Ramallah, a cui hanno preso parte la Vice Presidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini e il premio Nobel per la Pace nordirlandese, Maired Corrigan Maguire, oltre a diverse personalità palestinesi, israeliane e delegazioni provenienti da Francia, Belgio, Germania e altri paesi europei; dall’Italia una delegazione di circa quaranta persone tra cui l’associazione ‘Donne in Nero’, varie ONG, l’associazione Aktivamente e una rappresentanza di Giuristi Democratici.

Dopo la fine della Conferenza, si è svolta vicino al muro una partita di calcio, presenziata da Luisa Morgantini e da Jibril Rajoub, Presidente della FIFA palestinese, partita che ha visto giocare insieme attivisti internazionali, palestinesi e israeliani, ma che è stata interrotta dai gas lacrimogeni lanciati dall’esercito israeliano.

Alle 13 e 30 è iniziata la consueta manifestazione settimanale non-violenta del venerdì contro il muro che a Bil’in confisca oltre il 60% delle terre del villaggio: nonostante il corteo abbia sfilato fino ai cancelli del cantiere di costruzione del muro pacificamente e senza alcuna forzatura, i soldati israeliani sono immediatamente intervenuti lanciando una grande quantità di gas lacrimogeni ad altezza-uomo e ferendo alcuni manifestanti tra cui il Magistrato siciliano, Giulio Toscano, appartenente alla delegazione di Giuristi Democratici.

Anche il Premio Nobel per la Pace Maired Corrigan Maguire è stata intossicata dai gas lacrimogeni.

Bil’in e l'ostinazione dei suoi abitanti e degli attivisti per la pace palestinesi, israeliani e internazionali rappresentano da tre anni a questa parte un esempio straordinario di resistenza non-violenta contro il muro e la confisca delle terre palestinesi, frutto di 40 anni di occupazione militare israeliana.

Bil'in è un villaggio palestinese che vuole continuare a esistere, che lotta per salvaguardare la sua terra, i suoi uliveti, le sue risorse e la sua libertà - scoprilo attraverso il suo sito web.

All'esperienza di Bil'in e alla resistenza non violenta è dedicata l'ultima newsletter di Bocchescucite (n.59) pubblicata da Pax Christi.

Due incontri a Padova nel 60° anniversario della Nakba

Lunedì 23 giugno ore 20.45
Sala Fronte del Porto (Porto Astra) Via Santa Maria Assunta – zona Guizza
proiezione del documentario
Madri
di Barbara Cupisti
Attraverso le testimonianze delle madri che vivono nella terra dilaniata dalla guerra infinita, con il terrore di non veder rientrare a casa i propri figli, vengono mostrati i conflitti e i drammi privati che raccontano la storia. Il dolore per la perdita di un figlio, che sia vittima o carnefice, è il più profondo e straziante, ingiusto e incomprensibile. La sofferenza per la perdita di un familiare è universale; e proprio attraverso il riconoscersi in questo dolore è possibile iniziare un nuovo cammino che porti alla comprensione. Madri israeliane e palestinesi che hanno vissuto questo dramma aiutano a capire attraverso i loro racconti questa terribile realtà.

Promuovono l’iniziativa: ACS (Ass. di Cooperazione allo Sviluppo), ARCI, Associazione per la Pace

Aderiscono: Agronomi e Forestali Senza Frontiere, Al Quds, Comunità Palestinese del Veneto, Donne in Nero, Mezzaluna Rossa Palestinese

30 giugno ore 20.45
Sala Fronte del Porto (Porto Astra) Via Santa Maria Assunta – zona Guizza
proiezione del documentario
Jerusalem – the east side story
di Mohammed Alatar
Il regista Mohammed Alatar, pacifista, fondatore di “Palestinians for Peace and Democracy”, è già noto come autore del documentario “Il muro di ferro”. Questo documentario guida lo spettatore in un viaggio di scoperta delle politiche israeliane per la conquista della superiorità demografica e dell’egemonia sulla città ed i suoi abitanti, arrivando ad analizzare le prospettive per il futuro: Gerusalemme è la chiave della pace, senza Gerusalemme non c’è pace per nessuno.

Promuove l’iniziativa la Comunità Palestinese del Veneto

Aderiscono: ACS, Agronomi e Forestali Senza Frontiere, Al Quds, Associazione per la Pace, Donne in Nero, Mezzaluna Rossa Palestinese

*al-Nakba è il nome che viene dato dagli Arabi in genere, e dai Palestinesi in particolare, al 15 maggio 1948, data in cui Israele proclamò la propria indipendenza. Il termine al-Nakba (in arabo:ﺍﻟﻨﻜﺒـة,) significa "la catastrofe". L'avvenimento è commemorato ogni anno per ricordare l'estromissione di buona parte degli abitanti arabi della Palestina dai confini dello stato d'Israele.

I pescatori di Gaza contro l'assedio


Il 16 giugno si e' svolta questa mattina la manifestazione organizzata dalla Campagna per la fine dell'assedio a cui hanno partecipato I pescatori di Gaza con le loro famiglie e volontari di varie associazioni della Striscia. Molte donne e molti bambini presenti. Erano circa 800 . Una decina di barconi e barche con bandiere e striscioni si sono visti davanti il lungomare di Gaza city per circa due ore.
Sono circa 3000 i pescatori della Striscia che stanno subendo le conseguenze della chiusura dei confini e le limitazioni ai loro spazi di pesca. Israele permette la pesca solo fino a 6 miglia, e a volte il limite viene abbassato a 2 miglia. Durante il mese di aprile, stagione della pesca alle sardine, i pescatori hanno potuto pescare il 74% in meno dell'anno scorso, cioe' solo 74 tonnellate. Ciò è accaduto per la mancanza di carburante, le restrizioni sul limite di pesca, l'inquinamento per l'immissione in mare di milioni di litri di acque nere non trattate, anche questo dovuto al non funzionamento dei sistemi di trattamento per assenza di gasolio.

30 aprile 2008

A Oriente del Profeta





Galla Librarsi - Contrà delle Morette, 4 - Vicenza

MARTEDì 6 MAGGIO alle ore 21.00

EMANUELE GIORDANA

presenta il suo libro
A ORIENTE DEL PROFETA

Emanuele Giordana è nato nel 1953 a Milano dove è stato docente di cultura indonesiana all'IsMEO, cofondatore e direttore della rivista "Quaderni Asiatici".
Ha passato lunghi periodi in Asia e America Latina e scritto diversi saggi sull' Asia su riviste specializzate e testi universitari.
Ha pubblicato con Guido Corradi "La scommessa indonesiana" per Utet-Libreria nel 2003. Ha lavorato per diverse agenzie dell'Onu e per Ong italiane e internazionali. Per Lettera22 ha curato, per i tipi di ObarraO, con Paolo Affatato "Il Dio della guerra" (2003) e "A Oriente del profeta" (2005). Il suo ultimo saggio è "Afghanistan. Il crocevia della guerra alle porte dell'Asia"(Ed. Riuniti 2007). Ha inoltre coordinato il saggio di Lettera22 "Geopolitica dello tsunami" (2005) e "Tibet. Lotta e compassione sul Tetto del mondo" (Il Riformista 2008). Collabora con Limes e altre riviste specializzate. Con gli autori storici della pubblicazione voluta da G.Borsa "Asia Major" ha cofondato nel 2006 l'associazione "Asia Maior" di cui è vicepresidente. E' uno dei conduttori di "Radiotremondo" a Radio3Rai e tra i promotori dell'iniziativa "Afgana" Vai al blog di Emanuele Giordana

Gaza vivrà


Domenica 4 maggio, alle ore 15 al Palalago di Marola, ci sarà un incontro con una delegazione del Popular Committee Against Siege di Gaza.

Gamal Elkoudary, parlamentare palestinese e presidente del Comitato, e Sameh Habeeb, coordinatore dello stesso, toccheranno una ventina di città italiane per parlare della situazione di Gaza, proprio mentre la politica portata avanti da Israele colpisce quotidianamente in ogni luogo della Striscia.

Un'occasione per ascoltare la voce di Gaza, per conoscere la situazione direttamente da chi la vive sulla propria pelle, per rinnovare la solidarietà politica ed umana a chi resiste in questo luogo dove si consuma da mesi l’oppressione più grande, l’ingiustizia più manifesta.


Alcuni dati per rendersi conto della situazione:

OCHA, l'ufficio Onu di coordinamento per gli aiuti umanitari comunica
le conseguenze della mancanza di carburante nella Striscia di Gaza.
UNRWA, l'agenzia ONU per i rifugiati, giovedi 24 aprile fermera' la
consegna di cibo a 650.000 rifugiati.
12 municipi della Striscia hanno gia' interrotto la raccolta dei
rifiuti di 50.000 abitanti.
Gli ospedali del ministero sanita' hanno tra 33 e 170 ore di
autonomia elettrica. Quelli gestiti da Ong meno di una settimana.
Il deposito centrale di medicine ha finito le scorte di carburante
il 22 aprile. Vaccini per 50.000 bambini saranno perduti se la mancanza di
elettricita' superera' le otto ore e ci vorranno 6 mesi per rimpiazzarli.
I veicoli dell'UNRWA si fermeranno giovedi 24 e non potranno svolgere
le operationi rivolte a 214 scuole, 19 ambulatori medici e la raccolta
dei rifiuti nei campi profughi.
Lino Zambrano - CRIC Gaza

27 aprile 2008

La cena palestinese del 19 APRILE






A detta dei partecipanti, ben riuscita. Come sempre. Allegria, incontri, atmosfera di comunità e, naturalmente, un cibo ottimo. Troneggia il piatto forte, il coscous, preparato dalle mani di signore arabe acquista un gusto e un colore che non si trova altrove.
Purtroppo la sede in cui è stata organizzata non consentiva più di 100 persone, quindi negli ultimi giorni alcune prenotazioni hanno dovuto essere rifiutate.
Ad ogni modo il risultato economico non è stato affatto disprezzabile: 1.600 euro netti, che verranno devoluti alla ricostruzione del REC, danneggiata dall'incursione israeliana.
Grazie a tutti per la partecipazione e un grazie particolare agli amici arabi e palestinesi che, sempre più numerosi, hanno contribuito al successo della serata!

Nota: se qualcuno vuol vedere immagini dell'asilo del REC (prima della distruzione) click qui

E' uscito BoccheScucite n.55




L'apartheid esiste davvero qui”

Il numero è dedicato all'ex Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter in questi giorni in Palestina e Israele.

Sommario


EDITORIALE Spegnamo tutte le fiaccole! “Giù le mani dal Tibet!" è il coro che il mondo sta lanciando. Ma nessun coro si leva per la Cecenia, come nessuno dice giù le mani dalla terra dei baschi e tanto meno dalla Palestina. Interessantissimo per l'attualità e l'originalità della riflessione politica: stampalo e diffondilo, inoltralo ai tuoi media locali.

A VOCE ALTA Colonizzazione infinita. I dati drammatici delle ultime settimane ricavate dalla stampa israeliana.

HANNO DETTO 60 anni dopo. 9 Aprile 1948, il massacro di Deir Yassin, la Marzabotto di Palestina.

LENTE D'INGRANDIMENTO La Palestina impossibile di Jeff Halper. Un approfondimento da stampare e leggere con calma per avere una compiuta lettura della realtà in atto descritta magistralmente dal leader dell'ICHAD. Da non perdere.

ABBIAMO LETTO La Palestina nell'Annuario della pace. un articolo di Luisa Morgantini

IN BREVE Ritagli dai nostri giornali, da Veltroni che difende il muro di apartheid all'Avvenire che stravolge i check-point in luoghi di sofferenza per gli... israeliani, alla lucidità di Sergio Romano sul Corriere della Sera.

Per scaricare e leggere i testi click qui.